lunedì 30 gennaio 2012

I GRANDI NAUFRAGI DELLA STORIA

Prendendo spunto, dal naufragio della Costa Concordia, Il MisFatto, nell'edizione del 22 gennaio, rivede satiricamente alcuni dei  'grandi flop' della storia degli ultimi 20 anni:


I GRANDI NAUFRAGI DELLA STORIA

 
La Gioiosa Macchina da Guerra
Drammatica la sorte della Gioiosa Macchina da Guerra, il poderoso mezzo al comando di Achille Occhetto, che nel 1994 la varò sentendosi come Cristoforo Colombo, tra grandi celebrazioni ed entusiasmi (il comandante Occhetto aveva appena ottenuto un certo successo restaurando al meglio e ribattezzando PDS un vecchio rottame chiamato PCI). Il comandante però fece male i suoi calcoli: preso da entusiasmo e procedendo a tutta forza non si avvide di uno scoglio pericolosissimo, fino ad allora sconosciuto alle carte nautiche: Silvio Berlusconi, che apparve come dal nulla. La Gioiosa Macchina da Guerra si sgrugno’ di brutto contro lo scoglione, riportando danni irreparabili che la ridussero a ferraglia da vendere al chilo allo sfasciacarrozze e decretarono il declassamento con ignominia del comandante Occhetto da parte del suo superiore D’Alema.
Comunisti Italiani
Obsolescenza dei materiali, fatiscenza delle attrezzature, senilità anagrafica e attitudinale del personale, ostinazione a seguire una rotta anche quando tutti gli strumenti di bordo segnalavano la evidente necessità di cambiamento. E un comandante di nome Cossutta, fino ad allora soltanto un grigio esecutore di indicazioni di rotta provenienti dalla Capitaneria di Porto sovietica. Con queste premesse nessuno si sarebbe mai sognato di varare una bagnarola simile. Eppure fu varata, nello stesso giorno in cui una compagnia concorrenziale varò la Rifondazione Comunista, che avrebbe fatto disgraziata concorrenza alla Comunisti Italiani. Dopo navigazioni incerte e ammutinamenti di bordo (eclatante quello del responsabile di plancia Marco Rizzo detto ‘travertino’ per la duttilità delle sue sinapsi) che portarono alla sostituzione del comandante con Oliviero Diliberto, uno che voleva portare la salma di Lenin a casa sua, la Comunisti Italiani affondò, lasciando spazio a una miriade di scialuppe, tutte con lo stesso nome ‘Comunisti Italiani’, i cui equipaggi tuttora si pigliano a remate da una barca all’altra.

La Rosa Nel Pugno
Uno dei più spaventosi naufragi nella storia della navigazione. La Rosa Nel Pugno, messa in cantiere nel 2005 da una società costituita dallo SDI del nuovo socialista Boselli e dai Radicali di Pannella, si prefiggeva di fare rotta verso nuovi e inusitati orizzonti, con a bordo milioni di elettori aventi a cuore la laicità. In verità segnali nefasti si scorsero fin dal principio: i nuovi socialisti si scazzarono subito, con Bobo Craxi che prima accettò di essere a bordo della RNP, poi si fece una barchetta per conto suo che manco salpo’. Ma nell’entusiasmo generale e grazie ai discorsi di Pannella che pur di farlo star zitto va sempre accontentato, la Rosa Nel Pugno fu varata e salutata in pompa magna. Affondò subito alle prime ondate elettorali, nel 2006. I voti ottenuti insieme da Nuovi Socialisti Litigiosi e Pannelliani Rassegnati furono meno di quelli che ottenevano da soli prima del varo. Il relitto della Rosa Nel Pugno non fu mai recuperato e chi passa in quel tratto si fa il segno della croce.
Vi Sbigottirò
Un grande investimento (8.000.000 di euro) per la RAI che nel 2011 varò questa corazzata che avrebbe dovuto far navigare l’emittente pubblica nelle acque serene del trionfo di pubblico. Doveva essere la risposta alla turbonave Saviano, ma un disgraziato errore di valutazione fece sì che il timone fosse affidato a Vittorio Sgarbi, uno che sarebbe stato sul cazzo fino alla violenza persino a Papa Luciani. Già l’affiancamento della dicitura ‘Ci mancava anche Vittorio Sgarbi’ a quel ‘Vi Sbigottirò’ avrebbe dovuto far presagire il disastro cui la corazzata era destinata. Che puntuale si avverò. Il comandante Sgarbi nell’unica puntata andata in onda prima del naufragio riusci’ a presentare suo zio, a spregiare la paternità, a mandare affanculo gli ospiti, a inveire per mezzora contro i magistrati che lo inquisivano e soprattutto a stare così sul cazzo ai telespettatori da rischiare uno tsunami a furia di sputi sui televisori. Non ci furono superstiti.
Vasco Rossi
Nessuno avrebbe mai immaginato che un gigante dei mari, collaudato da anni e anni di successi trionfali su tutte le rotte, che ha coinvolto nei propri viaggi, legali e non, milioni di persone, colasse improvvisamente a picco come un guscio di noce con la vela di carta crespo. La VASCO ROSSI ha improvvisamente cominciato a fare acqua, a non garantire divertimento a bordo, a offrire prestazioni impietose, fino a costringere gli armatori a ritirarla ufficialmente dalle rotte al compimento dei 60 anni. Purtroppo non è finita qui. Come Greta Garbo, la Vasco Rossi avrebbe potuto ammantare la sua messa in secca con un affascinante misterioso silenzio. Invece s’è messa, gloriosa nave che fu, a farsi le pippe su Facebook come un qualsiasi pedalò quindicenne ingaggiando malinconici e depressivi confronti col primo pipparolo che si trovasse on line. Intaccando così definitivamente il suo mito di regina dei trip transoceanici indotti.

Testi della Redazione de Il MisFatto de Il 22 gennaio 2012
Disegni di  PORTOS / Franco Portinari

Nota : qui sotto i disegni di Portos del grande naufragio Costa Concordia

Casta Crociere (copy di Ivano Sartori)
 PORTOS / Franco Portinari


Capitan Schettino

"Non sono scappato sono scivolato nella scialuppa"
Portos


PORTOS / Franco Portinari

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