martedì 2 ottobre 2012

Sallusti e l'affare Dreyfus


 E' farina del mio sacco
Renato Farina confessa: "Quell'articolo l'ho scritto io"
PORTOS / Franco Portinari



 Sono farina del suo sacco
Renato Farina confessa: "Quell'articolo l'ho scritto io"
PORTOS / Franco Portinari




PORTOS / Franco Portinari


PORTOS / Franco Portinari


E' realmente accaduto
Travaglio ha difeso Sallusti

PORTOS / Franco Portinari




Diffamazione a mezzo stampa


Il 17 giugno 2011 è stato condannato dalla Corte d'appello di Milano a un anno e due mesi di carcere e a 5000 euro di pena pecuniaria, per diffamazione a mezzo stampa, in riferimento a un corsivo pubblicato sotto lo pseudonimo Dreyfus nel febbraio 2007 su Libero, giudicato lesivo nei confronti del giudice tutelare di Torino Cocilovo che ha sporto querela. Il caso ha suscitato l'interesse dell'FNSI in quanto, essendo stato Sallusti precedentemente condannato per un caso simile, dovrà certamente scontare la pena comminata. Il giorno 26 settembre 2012 la Corte suprema di cassazione ha confermato in via definitiva la sentenza a un anno e due mesi di reclusione senza sospensione condizionale, nonostante il Procuratore Generale della cassazione avesse chiesto il rinvio alla Corte d'appello; in una nota la Corte di Cassazione ha precisato che la condanna non è per reato di opinione ma per pubblicazione di informazioni false. Sallusti è stato condannato sia per omesso controllo in qualità di direttore responsabile sia per "la non identificabilità dello pseudonimo Dreyfus e quindi la diretta riferibilità del medesimo al direttore del quotidiano"; il giorno successivo, l'onorevole Renato Farina ha rivendicato alla Camera la paternità dell'articolo. Oltre al carcere, Sallusti è stato condannato al pagamento delle spese processuali, al risarcimento della parte civile e a rifondere 4.500 euro di spese per il giudizio davanti alla Suprema Corte.[Wikipedia]


chi semina vento...
Tiziano Riverso



non è Farina di Sallusti...
Tiziano Riverso


L'impavido Sallusti...
Marilena Nardi



Facce da " Dreyfus "
Kharmad-Rocco Grieco



E giustizia per tutti
http://www.toonpool.com/cartoons/E%20Giustizia%20per%20tutti_179432
Paolo Lombardi




natangelo


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Sallusti
CeciGian



Colonne infami e pilastri diffamati

di Nadia Redoglia
Il reato di diffamazione dispone la pena della reclusione o della multa. A Sallusti (nella sua veste di direttore) è stata comminata la reclusione. E’ legittima facoltà del magistrato, ma stride non poco in quanto che per questo tipo di reato è consolidata la condanna alla multa, non alla pena restrittiva. Se poi questa è inflitta al giornalista “nell’esercizio della sua funzione”, per quanto uno si sforzi, l’avvertirà sempre come un pugno nello stomaco. Viviamo in un Paese già pericolosamente a rischio quanto a (sacra) libertà di stampa. Non è il caso di aggiungervi altri (temibili) spauracchi, nonché agevoli appigli per coloro che da sempre nei falsi martiri-eroi e nello stravolgimento della natura delle cose, ci inzuppano il biscotto…

Nel merito, stante ciò che riportano i giornali, pare che uno degli articoli incriminati sia “opera” d’ex giornalista, collezionista di pseudonimi nel corso delle sue carriere. Le (disgustose) falsità, mai rettificate e mai seguite da scuse, offendono non solo la parte lesa direttamente, ma tutto il (sano) giornalismo e l’(onesta) intelligenza dei lettori. Tenuto conto che, pur senza arrivare a diffamazioni passate in giudicato, tali modi d’operare sono abituali per certi giornalisti e certe testate, osiamo chiedere: il sano Giornalismo e l’onestà intellettuale (due robette mica da poco visto che sono pilastri di un Paese civile) per quanto ancora saranno costretti a confondersi con questa specie di blob promiscuo?
28 settembre 2012


Chi di spada ferisce...
Al tempo dei fatti, l'attuale direttore de il Giornale Alessandro Sallusti era direttore di Libero. Una bambina abortisce e un certo Dreyfus se ne esce con un articolo forcaiolo contro i genitori, il ginecologo e il giudice tutelare. Il giudice querela il direttore di Libero, Sallusti appunto il quale, nella sentenza di primo grado viene condannato ad una pena pecuniaria di cinquemila euro ed a un risarcimento danni di trentacinquemila euro. Insoddisfatto della sentenza di primo grado, il giudice tutelare ricorre in appello e qui vince una seconda volta dove però la pena è assai più pesante: 14 mesi con l'aggravante che sempre Sallusti non può usufruire della condizionale poiché se l'è già giocata tutta con un bel po' di precedenti processi. Quindi il giornalista dovrebbe varcare il portone di San Vittore o di Regina Coeli.
Ha sbagliato, che paghi.
Paride Puglia


Nosferatu si dissocia!
Laurenzi


quando a tordi e quando a grilli
fabiomagnasciutti




Niente martiri miliardari. Un’opinione.
Robecchi spiega bene il caso Sallusti & Dreyfus (Farina).
E su Internazionale, il pezzo di Michael Braun.
Mauro Biani



giovedì 27 settembre 2012
PENE ALTERNATIVE

Assurda la pena del carcere per i reati di opinione come nel caso di Sallusti ma può bastare una condanna al risarcimento per i danni morali subiti dalle parti offese in caso di abusi e di diffamazioni non giustificate ?
L'articolo incriminato non era scritto da Lui ma è indubbia la sua responsabilità di averlo pubblicato avallando (incautamente?) affermazioni di una violenza e intolleranza francamente inaccettabili.
E se lo condannassero a scrivere qualcosa, diciamo per 100 volte ?
O potrebbe essere considerato un eccesso di pena punitiva ?
UBER



Buongiorno
28/09/2012
Il coraggio di chiamarsi Dreyfus
Massimo Gramellini


Solo gli italiani possiedono il talento di trasformare le tragedie in farsa. Non avevamo ancora finito di ripiegare i fazzoletti per la condanna ingiusta di Sallusti - reo di avere pubblicato sul giornale da lui diretto un articolo che diffamava un magistrato - quando il giornalista e onorevole Renato Farina ha preso la parola alla Camera e ha ammesso di esserne lui l’autore, celato dietro lo pseudonimo immeritato di Dreyfus, vittima vera. Un salto di qualità rispetto al precedente nome in codice, Betulla, in auge quando Farina confezionava veline per i servizi segreti. In un crescendo triste, Betulla Dreyfus ha riconosciuto che il suo articolo non esprimeva un’opinione, ma propalava deliberatamente una menzogna: infatti il giudice, per il quale il corsivo incriminato auspicava la condanna a morte, non aveva ordinato l’aborto di una minorenne. Lo aveva soltanto autorizzato su richiesta degli interessati, come prevede la legge.

Ecco, la farsa è servita. Un ex giornalista-deputato che dichiara di avere scritto volutamente non un’opinione, ma una balla per aizzare la rabbia dei lettori antiabortisti e l’odio verso le procure. E che prima di avvertire «l’obbligo di coscienza» (ohibò) e «la responsabilità morale e giuridica» (doppio ohibò) dei propri atti ha aspettato che il suo direttore fosse condannato in via definitiva. Mentana lo ha definito un infame. Io non saprei. Di fronte ai vili provo imbarazzo, vergogna, spavento. Più che di fronte ai cattivi. Da oggi Farina mi fa più paura di Sallusti. Non credo che riuscirò mai a perdonarmelo.





La ballata di Sallusti
 Prima di tutto vennero a prendere i Mora
e fui contento perché puzzavano e rubavano.

Poi vennero a prendere i Feltri
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere i Sallusti,
ed io non dissi niente, perché non ero Sallustese.

Infine vennero da me, bussarono alla mia porta,
fu discosamba tutta la notte.

Natangelo con Ivan Giannelli


Roberto Grassilli

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