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mercoledì 13 settembre 2023

"La misura del Mondo", la mostra di LIBEX a Conversano BA

 By PAGINA21.EU


Alla 19° edizione del Festival Lectorinfabula,

la mostra le vignette satiriche sul tema “Misurare il Mondo”


«Misurare il Mondo» è il tema della 19° edizione del festival culturale europeo “Lectorinfabula”, organizzato dalla Fondazione “Giuseppe Di Vagno (1889-1921)”, e della mostra di vignette di satira politica del suo Centro Librexpression/Libex per la promozione della libertà di espressione e della satira politica.

Il festival «Lectorinfabula» https://www.lectorinfabula.eu/ si svolgerà a Conversano (BA) dal 18 al 23 settembre 2023. Propone più di 100 eventi aperti a tutti, in vari luoghi del centro storico della città di Conversano. Dibattiti, confronti, presentazioni di libri e interviste, mostre fotografiche e di satira, workshop e laboratori per le scuole, proiezione di film, reading e letture dal vivo, con decine di ospiti provenienti da tutte le parti d’Europa: autori, opinion leader, giornalisti, studiosi e intellettuali, vignettisti editoriali.

Lanciare uno sguardo oltre i confini per uscire dal chiuso del proprio giardino e posare lo sguardo oltre l’orizzonte è l’obiettivo affascinante e ambizioso del Festival che intende sostenere il dibattito pubblico e sollecitare una continua riflessione sul nostro presente.


La mostra di vignette di satira politica sarà accolta nel Chiostro del Monastero di San Benedetto, dove resterà aperta al pubblico fino alla fine dell’anno.

È composta di 96 vignette di 40 famosi artisti internazionali, selezionate tra le 1.750 vignette di satira politica pubblicate da marzo 2020 - data della sua creazione - sulla rivista web della Fondazione: www.pagina21.eu.
 I temi affrontati - con talento, ironia e umorismo a volte nero - sono quelli che sconvolgono il mondo: la pandemia da Covid19, la guerra in Ucraina, la geopolitica e i numerosi conflitti, il cambiamento climatico, l’Europa e la politica italiana, la violenza contro le donne, l’intelligenza artificiale.


«Misurare il mondo» ha sempre ispirato l'Homo sapiens nel bene e nel male. Troppo spesso in peggio, come per tracciare confini o conquistare territorio e ricchezza degli Altri. Ha certamente permesso agli uomini, grazie al genio inventivo che appartiene loro, di immaginare di essere in grado di dominare la natura. Tuttavia, l'umanità - o almeno coloro che si ritengono i suoi leader – stenta a considerare gli innumerevoli limiti della propria attività predatoria, limiti che ora sono stati superati e minacciano la sua esistenza.

È probabile che l’inizio del secondo decennio del XXI° secolo sia quello di una rivoluzione che cambierà il futuro dell’umanità.

Una rivoluzione, riuscita o meno, non è mai spontanea, né nata dal nulla. È sempre il risultato di un periodo più o meno lungo durante il quale, parafrasando il drammaturgo francese Pierre Corneille, “il fuoco che sembra spento, spesso dorme sotto la cenere».

Da qualche anno, si sta vivendo un periodo in cui il fuoco degli effetti negativi della scienza e del produttivismo riemerge dalla cenere, creando disfunzionamenti sociali e climatici sempre più numerosi e difficilmente controllabili. Disfunzionamenti che si aggiungono alle tensioni geopolitiche e alla competizione delle grandi potenze per l’accesso alle materie prime e per la dominazione del mondo.

Sembrerebbe che, al di là delle sue qualità inventive, dei suoi doni artistici, della sua capacità di astrazione, della sua spiritualità e della sua limitata generosità, l'Homo sapiens abbia inscritto nei suoi geni egoismo, violenza e sottomissione. Troppi fatti ne danno una triste immagine: la permanenza delle guerre con la loro coorte di crimini e sofferenze, sfollamenti e migrazioni delle popolazioni; le disuguaglianze e la povertà a livello nazionale e internazionale; la violenza contro le donne e le disuguaglianze di genere; un rapporto poco consapevole con la politica se non un totale disinteresse; e la servitù volontaria alle nuove tecnologie. Nonostante tantissimi aspetti positivi, strumenti elettronici e Intelligenza Artificiale potrebbero mettere fine ai modelli di società̀ basati sulle relazioni umane e trasformare l’uomo in macchina o renderlo succube delle tecnologie e di quelli che le controllano.


Un catalogo cartaceo, a colori di 72 pagine, che riprende, con commenti, le opere esposte nella mostra, sarà disponibile nella libreria del festival al prezzo di € 10,00.

Disponibile anche il sesto numero del Giornale di Libex, “il nuovo giornale di satira estemporanea internazionale per ballare sul ponte del Titanic” dedicato all’analisi dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale - 24 pagine di articoli scritti da studiosi e giornalisti, illustrati con vignette satiriche da autori di tutto il mondo - sarà in vendita nella libreria del Festival al prezzo di € 2,00.



Adene (Francia_Spagna)-Europa e migranti.


Ramses (Cuba_Svizzera)-dibattito politico.




Marco De Angelis (Italia)- Calcoli robotici.



Lido Contemori (Italia)-politica moderna.


Andrea Arroyo (Mexico_USA)-Our Place in the Universe-Webb telescope.

 


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il catalogo online grazie a Egypt Cartoon
https://anyflip.com/dbmck/gutr/

La copertina del catalogo e della locandina della mostra sono opere di Fabio Magnasciutti.

sabato 17 dicembre 2022

Calendario "Femme Battue 2023"

 

copertina: FadiToon - (Norvegia)- STOP VIOLENCE AGAINST WOMEN WORLDWIDE



Torna il calendario “Femme Battue” per un 2023

contro la violenza di genere in ogni parte del mondo.

Realizzato dall’associazione G.I.R.A.F.F.A. Onlus

e dal Centro LIBREXPRESSION della Fondazione Di Vagno,

coinvolge illustratori e illustratrici di tutto il mondo.


Quindici vignette per raccontare le diverse declinazioni della violenza:

domestica, sessuale, mutilazioni genitali femminili, stalking, economica, ecc.

Dopo aver acceso un faro sulla situazione delle donne in Afghanistan,

il focus di questa edizione del calendario riguarda l’Iran, dove coraggiosamente

si scende in piazza al grido di “Donna, Vita, Libertà”, e l’Ucraina da dove partono

in cerca di salvezza migliaia di donne con i loro figli.

L’attenzione è sempre rivolta alle tante declinazioni della violenza di genere.

A renderla concreta è, per il terzo anno consecutivo, la matita dei vignettisti e delle
vignettiste – tredici tra uomini e donne per questa nuova versione del calendario “Femme Battue” - che ancora una volta hanno donato i loro lavori per raccogliere fondi a favore di donne sole e/o con bambine e bambini, vittime di uomini violenti, Torna dunque “Femme Battue”, il calendario dell’associazione G.I.R.A.F.F.A. Onlus (Gruppo Indagine Resistenza Alla Follia Femminile) realizzato in collaborazione con il Centro LIBREXPRESSION/LIBEX, il Centro Euro-Mediterraneo della Fondazione Giuseppe di Vagno (1889-1921) diretto dall’economista francese Thierry Vissol, centro che si occupa della promozione della libertà di espressione e di satira politica.

“Femme Battue 2023” racconta in modo duro e senza compromessi quello che la vita riserva alle donne che ogni giorno sono costrette a reinventarsi per sopravvivere e per andare avanti, alle donne che lottano per se stesse e per le altre, alle donne che cercano di fuggire da una situazione che distrugge anche il futuro dei loro figli e delle loro figlie, alle donne che hanno bisogno di rendersi indipendenti economicamente per iniziare a progettare una vita diversa.

Un calendario divulgativo e unico nel suo genere, fortemente voluto dall’associazione GIRAFFA Onlus (che fa parte della rete REAMA di Fondazione Pangea Onlus e partecipa al progetto REAMA Reloaded, co-finanziato dall’Unione Europea per 9 centri antiviolenza dislocati in 8 differenti regioni del Centro-Sud Italia. Prevede diverse azioni per potenziare l’efficacia dei percorsi di uscita dalla violenza ma anche per la prevenzione, formazione, sensibilizzazione e raccolta dati) formata da donne che si occupano di altre donne vittime di violenza nelle diverse declinazioni, insieme con il centro antiviolenza dedicato a “Paola Labriola”, una casa rifugio denominata “Casa dei diritti delle donne” e la casa in semiautonomia V.i.t.A. (Vola in piena autonomia).

La vendita del calendario servirà a sostenere le donne nella ricerca di una casa e nel pagamento dei canoni di affitto iniziali, per permettere loro di trovare un lavoro e rendersi indipendenti. Soprattutto per questo, G.I.R.A.F.F.A. onlus ha lanciato il progetto “Adotta un calendario” rivolto a tutte le aziende che ne faranno richieste.

<<Con la terza edizione del calendario, con questo focus particolare diretto alle donne iraniane per l’affermazione dei loro diritti - ha sostenuto la presidente di GIRAFFA, Maria Pia Vigilante - abbiamo deciso di lanciare il progetto “Adotta un calendario” e di rivolgerci anche alle aziende che possono aiutarci a rimpinguare il fondo dell’empowerment e aiutare le donne che si rivolgono alla nostra associazione a raggiungere l’autonomia economica e abitativa anche guidandole verso l’inserimento socio lavorativo. Ci teniamo a garantire loro soprattutto l’autonomia abitativa, reperire appartamenti e aiutarle a pagare i primi canoni di locazione vista la carenza di appartamenti disponibili e l’elevato costo degli affitti. Un modo per permettere alle donne da sole o con i figli di ricominciare in serenità la propria vita lontana dalle violenze>>.

<< Sono infinite le violenze che le donne subiscono ogni giorno, sin dalla loro nascita – ha dichiarato Daniela Mazzucca, presidente della Fondazione Di Vagno – È un caleidoscopio di soprusi, dalla scuola al lavoro, dalla famiglia alla salute, persino dalla moda, da chi vuole imporre un modello di donna affusolata e perfetta. Dobbiamo pensare a reagire con un gesto o una parola, tendendo la mano ogni giorno a quelle donne che non riescono a lottare. Un modo per aiutarle è collaborare alla realizzazione di questo calendario che racconta di donne che giornalmente vivono battaglie per vivere secondo i propri desideri, seguendo la musica, la danza, l’arte o semplicemente la voglia di camminare con i capelli sciolti, scossi dal vento. Quegli stessi capelli che le donne iraniane hanno tagliato per solidarietà a Masha Amini, la 22enne morta mentre tentava di sfuggire al controllo patriarcale sul suo corpo e sulla sua anima>>.

<<Anche quest'anno i vignettisti del Centro Librexpression-Fondazione Di Vagno hanno risposto all’invito dell’associazione G.I.R.A.F.F.A. onlus e si sono mobilitati per denunciare questa piaga che sta affliggendo l'umanità, con un'attenzione particolare a tre Paesi dove questa violenza è al suo apice: Ucraina, Iran e Afghanistan. Secondo l’ultimo rapporto delle Nazione Unite sul femminicidio (UN Women report on femicide 2022) – ha affermato Thierry Vissol, direttore del Centro Librexpression-Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921) - di tutte le donne e le ragazze uccise intenzionalmente nel 2021, circa il 56% è stato ucciso da partner intimi o altri membri della famiglia (45.000 su 81.000). Tuttavia, questi femminicidi sono solo la punta dell'iceberg della violenza fisica o psicologica contro le donne, che sia in ambito familiare o nei Paesi dominati dal maschilismo culturale o religioso o come risultato di guerre o terrorismo islamico diffuso. Violenze e femminicidio da cui i nostri Paesi, cosiddetti sviluppati, non sono purtroppo esenti>>.

Di seguito gli artisti, di fama internazionale e grande impegno civile, che hanno contribuito al calendario con entusiasmo, generosità e sensibilità:

  1. Adene (Anne Derenne), francese, vignettista, illustratrice, residente a Madrid. Collabora con il magazine La Maison Ecologique e le pagine web di Frenchly Speaking. Realizza anche illustrazioni per la comunicazione di molte ONG;
  2. Andrea Arroyo, messicana, vignettista e artista grafica, residente a New York City. Pubblica ogni settimana una vignetta intitolata ImagiNATIONS sul Manhattan Times. Collabora con il New Yorker, il New York Times, The Nation. Membro di Cartooning for Peace, è fondatrice e curatrice di UnnaturalElection-Artists Respond e co-curatrice di OppArt per la rivista The Nation;
  3. Vincent Chevalley, svizzero, dopo la Scuola di Arte Decorativa di Ginevra ha deciso di lavorare come infermiere all’ospedale di Loex. Ha illustrato libri per bambini. È membro di Union for World Cartoonist e di Art for peace;
  4. Vladimir Kazanevsky, ucraino, fumettista e illustratore. Laureato in astrofisica e illustrazione della stampa;
  5. Kusto (Oleksiy Kustovsky), ucraino, vignettista e illustratore, pluripremiato. Agronomo di formazione, è editorialista del giornale parlamentare Holos Ukrainy. È membro dell’Unione nazionale dei giornalisti di Ucraina;
  6. Marco De Angelis, italiano, vignettista, illustratore, giornalista e grafico pluripremiato. Ha collaborato con Il Popolo e la Repubblica, Washington Post, Herald Tribune, Courrier International, Le Monde, Nebelspalter, Yez. È tra i fondatori e caporedattore del mensile online Buduàr;
  7. Emanuele Del Rosso, italiano, vignettista e giornalista. Pubblica le sue vignette su varie testate. Social media manager di Cartoon Movement, è responsabile del talk-show Satire Talks Live con vignettisti e intellettuali sui temi della satira, della censura, del copyright;
  8. Ismail Dogan caricaturista politico belga di origini turche, fondatore del giornale satirico bilingue Kardaş, membro del Comitato scientifico di Librexpression;
  9. Fadi Toon (Fadi Abbou Hassan), norvegese, vignettista pluripremiato, specializzato sul tema dei diritti umani. Pubblica sul giornale norvegese Ny TID. Collabora con Al Quds, Alroya, Al-Seyassa, Al Arabi, Amta newspaper, Samora Magazine. Eì editore capo di Cartoon Home Network International;
  10. Gio (Mariagrazia Quaranta), italiana, vignettista, ha pubblicato su Buduar, L’Unità, Alias de Il Manifesto, Mundiario, Fanyblog. Ha vinto premi in Italia e all’estero come il Festival Internazionale di satira ed umorismo Andromeda, World Humor Awards e World Press Cartoon;
  11. Marilena Nardi, italiana, vignettista satirica e illustratrice pluripremiata, docente di Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia;
  12. Marlene Pohle, argentina, vignettista e illustratrice, lavora come artista freelance, tiene seminari sull’umorismo e l’arte grafica per insegnanti di lingue straniere e fumettiste. Nel 1997 ha fondato il capitolo tedesco della FECO (Federation of Cartoonists Organizations) e ne è stata la prima presidente;
  13. Gianfranco Uber, italiano, vignettista, collaboratore del sito di umorismo e satira internazionale Cartoonmovement.



Il calendario “Femme Battue 2023” (il cui costo ammonta a € 10 + spese di spedizione) può essere prenotato inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica info@giraffaonlus.it

Il versamento potrà essere fatto sul conto corrente dedicato intestato a “Giraffa onlus” (Iban: IT89K0501804000000017257817) con la causale Calendario Femme Battue 2023

Per informazioni chiamare il numero 0805741461







Ufficio stampa GIRAFFA Onlus e Fondazione Di Vagno:
Annamaria Minunno
mail a.minunno@gmail.com







seconda pagina_con testo Vissol_Vincent Chevalley (Svizzera)-Afghanistan retour à la normale.

TERZA PAGINA CON LOGHI E NUMERI_Vladimir Kazanevsky (Ukraine)-war refugee


GENNAIO_Andrea Arroyo-Mahsa Amini_Iran

FEBBRAIO_Ismail Dogan (Turchia_Belgio)-Taliban e burka-GIYINME ODASI

MARZO_Marlene Pohle (Argentina)-Women


APRILE-FadiToon (Norvegia)-Empowerment of women and gender equality


MAGGIO_Marilena Nardi (Italia)-women_for_peace

GIUGNO_Gio-le donne di tutte le guerre


LUGLIO Emanuele Del Rosso (Italia) - Talibans'Afghanistan




AGOSTO_Tjeerd Royaards (Paesi Bassi)-Abortion in USA



SETTEMBRE Uber (Italia)- lotta delle donne







OTTOBRE_Kusto (Oleksiy Kustovsky-Ucraina)-resistenza donne ucraine

NOVEMBRE_Adene (francia_Spagna)-manifestazioni in Iran

DICEMBRE_Marco De Angelis- Jane, women





martedì 27 settembre 2022

Per Mahsa Amini e tutte le donne iraniane

 

For Mahsa Amini and all Iranian women

Per Mahsa Amini e tutte le donne iraniane


Javad Takjoo

21 September 2022

Women, Life, Freedom

MAHSA AMINI

#mahsaamini #mahsa_amini #freedom #humanrights #womenrights #jaytakjoo


Donna murata
GIO / Maria Grazia Quaranta
www.caricaturegio.altervista.it

I made in solidarity with Iranian Women
Andrea Arroyo



Nasrin Sheykhi

22 September 2022

Protests in Iran

Protests in Iran, sparked by the death of Mahsa Amini, who was detained for allegedly breaking strict hijab rules.




après la mort de Mahsa Amini en Iran.

Adene

#Mahsaamini #Iran #voile #dessindepresse

Libertà per le donne iraniane!

#مهسا_امینی #Mahsa_Amini
#MahsaAmini
Gianluca Costantini





E L E N A . ospina
27 September 2022
Mahsa Amini 🌍
Get out of the cage
mahsa amini, mahsa amin, masha_amini, iran, iran protests, freedom, women's rights





 Vasco Gargalo, Portogallo


PER MAHSA AMINI
In Iran si alza la protesta per la morte in prigione di Mahsa Amini dovuta molto probabilmente a seguito del pestaggio subito da parte delle guardie della "Polizia Morale" della Repubblica religiosa.
Mahsa era stata arrestata perche, non avendo indossato il velo in modo ortodosso, faceva vedere una ciocca di capelli!
Molte le donne che stanno sfidando il regime tagliandosi i capelli in diretta sui social, difficile che la protesta scalfisca l'ottusità integralista ma da ammirare il loro coraggio. BRAVE!
Gianfranco Uber



TANTO PER CHIAREZZA
Dopo Mahsa Amini il fanatismo islamico si macchia di un altro orrendo crimine.
Hadith Najafi, la coraggiosa ragazza simbolo della protesta contro la repressione dei diritti delle donne, è stata uccisa ieri sera nella città di Karaj, vicino a Teheran, da numerosi colpi d'arma da fuoco.
Si allarga sempre di più la spaccatura della società iraniana dove però ancora troppi uomini sembrano gradire l'intolleranza religiosa verso la libertà delle donne.
Gianfranco Uber





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Iran, perché le proteste per la morte della giovane Mahsa Amini sono diverse dalle altre È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in Iran la morte di Masha Amini, la 22 enne morta dopo le percosse in carcere della polizia morale perché indossava non correttamente il velo. La protesta conquista il Paese. Bisogna vedere come reagirà il governo che per il momento non viene meno a se stesso e gioca la carta della repressione. Per il direttore dell'Ihr Mahmoud Amiry-Moghaddam la misura è colma: " Potrebbe essere l'inizio di un grande cambiamento. Anche del governo. Ma verso quale direzione? Abbiamo visto come ha aiutato Bashar al Assad nell'uccisione di migliaia di persone". Detto in altri termini, la risposta del regime degli ayatollah potrebbe essere sanguinaria. A una settimana dai fatti la protesta si è estesa in Iran a 20 città, e sarebbero almeno sei i morti, stando a fonti governative, e circa 500 i feriti. Gli iraniani protestano spesso ma questa volta è diverso Qui le proteste non sono una novità: nel 2019 molti iraniani sono scesi in piazza a causa dell'aumento del prezzo del carburante, e nel 2020 e 2021 la siccità è stata alla base di una nuova ondata di proteste. Nel 2022 le manifestazioni hanno visto in piazza pensionati e l'aumento del costo del pane ha indotto molti iraniani a sfidare ancora una volta le autorità. La grande differenza delle manifestazioni attuali è che tutte le proteste precedenti erano limitate ai gruppi o alle classi sociali cui erano legate, (in tutti i casi il governo ha risposto con una forte repressione. Nel 2019 si stima che siano morti circa 300 manifestanti). La morte di Amini ha superato la frammentazione della società iraniana. Il dolore, comune denominatore Queste proteste sono motivate dal dolore . È il dolore a aver aperto la strada a una nuova e più ampia mobilitazione”, spiega in un articolo l'analista Esfandyar Batmanghelidj. Così, persone di diversa estrazione sociale si sono unite: l'indignazione è trasversale alla società iraniana. E stando a Esfandyar Batmanghelidj è un fatto inusuale per la società iraniana. I giovani, e soprattutto le donne, sono in prima linea, ma ci sono anche molte persone anziane. Per l'accademico Ali Alfoneh, gli iraniani generalmente protestano per il pane o per la libertà, e "mentre la classe media chiede libertà, i meno privilegiati protestano per il pane e c'è poca solidarietà tra i due gruppi", ha precisato Alfoneh su Twitter. "Ma anche gli svantaggiati, che sono conservatori, si chiedono perché tali misure siano state prese contro Mahsa Amini, le leggi della moralità non vengono applicate nei centri commerciali di lusso nel nord di Teheran", spiega l'accademico. "Ecco perché la morte di Mahsa Amini ha suscitato indignazione che ha unito la classe media e quella dei meno abbienti", aggiunge. Finora né la repressione poliziesca, né le promesse del presidente, Ebrahim Raisí, di voler far luce sulla morte di Amini e tanto meno l'invio di emissari dal leader supremo, Ali Khamenei, alla famiglia della giovane donna, sono riuscite a calmare la protesta. Amini è stata arrestata martedì della scorsa settimana dalla cosiddetta polizia morale di Teheran, dove si trovava in visita, e portata in una stazione di polizia per "un'ora di rieducazione" per aver indossato male il velo. È morta tre giorni dopo in un ospedale dove è arrivata in coma per un infarto. Alla notizia, le proteste hanno infiammato il Paese. Proteste fino a New York La notizia ha avuto un'ampia eco arrivando anche a New York dove si tiene l'Assemblea generale delle Nazioni unite. Anche il presidente Usa Joe Biden ha espresso solidarietà nei confronti della giovane vittima, così come Emmanuel Macron e il ministro degli Esteri britannico.

venerdì 26 novembre 2021

No alla violenza sulle donne


Maltrato -David Vela  Cervera, España .


No alla violenza sulle donne

di Francisco Punal Suarez

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per denunciare la violenza contro le donne in tutto il mondo e chiedere politiche in tutti i paesi per la sua eliminazione.

Tale data dovrebbe includere tutti i giorni dell'anno.

Sono molti i fattori che favoriscono l'aumento di questo flagello che fa vergognare la specie umana. Da tempo immemorabile prevalgono atteggiamenti sessisti. La società, la famiglia e gli stessi media lo hanno incoraggiato. L'educazione è essenziale per combatterlo, l'esempio quotidiano a casa e sul lavoro, non le molestie sessuali, che le donne guadagnano come gli uomini a parità di lavoro, la non discriminazione, la prevenzione degli inganni e dei rapimenti che portano alla forza della prostituzione, fino all'indifferenza dei giudici agli abusi e alle molestie subite dalle donne, e gli stupri quotidiani...

Ci sono state manifestazioni in molte città del mondo con la richiesta collettiva di fermare quello che è un oltraggio e denunciando la mancanza di una prospettiva di genere nella magistratura e nei responsabili dell'amministrazione della giustizia, una questione molto dibattuta negli ultimi tempi. Se la giustizia è sessista, non è giustizia.

I governi devono essere più preoccupati di garantire la continuità delle politiche volte a eliminare le norme sociali discriminatorie e rafforzare i programmi per prevenire e combattere la violenza di genere, queste sono state le richieste globali.

Delle migliaia di vignette realizzate sull'argomento, con il loro carattere critico e di denuncia, Fany Blog ne offre in esclusiva ai suoi lettori una breve selezione. 

Matrimonio -Marilena Nardi, Italia.

La manzana de Eva -  Elena Ospina, Colombia.

Machismo - Karry, Perú.


No a la violencia contra la Mujer

Por Francisco Punal Suarez

El 25 de noviembre es el Día Internacional para denunciar la violencia que se ejerce sobre las mujeres en todo el mundo y reclamar políticas en todos los países para su erradicación.

Esa fecha debe contemplar todos los días del año. 

Hay muchos factores que favorecen el aumento de esa lacra que averguenza a la especie humana. Las actitudes machistas predominan desde tiempos inmemoriales. La sociedad, la familia y los propios medios de comunicación la han fomentado. La educación es fundamental para combatirla, el ejemplo diario en la casa y en el trabajo, el no acoso sexual, el que la mujer gane lo mismo que el hombre en igual trabajo, la no descriminación, el impedir los engaños y secuestros que llevan a la fuerza a la prostitución, terminar con  la indiferencia de los jueces a los atropellos y acosos que sufren las mujeres, y las violaciones a diario...

Hubo manifestaciones en muchas ciudades del mundo con la demanda colectiva de parar lo que es una indignidad, y denunciando la falta de perspectiva de género en el poder judicial y los responsables de la administración de justicia, una cuestión muy debatida en los últimos tiempos. La justicia si es machista, no es justicia.

Es necesario que los gobiernos se preocupen más por garantizar la continuidad de las políticas dirigidas a la eliminación de las normas sociales discriminatorias  y el refuerzo de los programas de prevención y lucha contra la violencia de género, fue el clamor mundial.

De las miles de caricaturas realizadas sobre el tema, con su carácter crítico y de denuncia, Fany Blog le ofrece a sus lectores en exclusiva, una breve selección de ellas.

Afganistán - Anne Derenne, Francia.

Egoismo - Xaquin Marin, Galicia.

Libre - Zuleta, Colombia.

Malala - Stella Peralta, Colombia.

Muros -  Xavier Bonilla, Ecuador.

No al matrimonio infantil - Adene, Francia.

Prisión - Marco de Angelis, Italia.

Regalo navideño - Santiago Neltair Abreu, Brasil.


Talibanes -Hicabi Demirci , Turquía.

Violencia machista - Marcus Vinícius Billo, Brasil.

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