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lunedì 1 marzo 2021

Jamal Khashoggi, delitto di stato

Omicidio Khashoggi, per la Cia Mbs approvò l’operazione per assassinare il dissidente saudita

Rese pubbliche per decisione di Joe Biden le conclusioni di quattro pagine del rapporto dei servizi segreti americani sull’efferato omicidio del 2018

Mohammed Bin Salman, il 35ennne uomo forte e principe ereditario dell'Arabia Saudita noto come Mbs, approvò l’operazione che portò al l'assassinio del dissidente Jamal Khashoggi nel 2018.

Per #Atlantide "Jamal #Khashoggi, Delitto di Stato" 

@La7tv @andreapurgatori

Mauro Biani


Head of State.

#Khashoggi

#Khashoggimurder 

#SaudiArabia 

#Saudi

#MohammedBinSalman 

#HumanRightsViolations 

#FreedomOfPress

#TheDissident. 

#JamalKhashoggi

#JusticeForJamalKhashoggi 

#JusticeForJamal

Niels Bo Bojesen




Here's my Saudi handshake cartoon! Come see my favorite cartoons about the murderous Saudi Prince Mohammad bin Salman on my blog at: https://wp.me/p4wCIX-2K3x

Daryl Cagle




" Secondo la Cia, il giornalista #Kashoggi è stato rapito e ucciso su ordine del principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman. Delle due l'una: o #Renzi si dimette da senatore, o si dimette dal board della fondazione saudita che lo paga fino a 80mila dollari l'anno. " (Emiliano Fittipaldi)

Mimmo Lombezzi




Kashoggy

Brian Stauffer for Washington Post


Clay Bennett 27 feb

2/27/2021- Mohammed bin Salman #SaudiCrownPrince #Mohammed_bin_salman #MBS #JamalKhashoggi #Khashoggi https://tinyurl.com/3fyumzwc




KHASHOGGI CARNEADE

 Chi si attendeva una lavata di testa a Mohammed Bin Salman   è rimasto un po' deluso, la telefonata c'è stata ma Biden ha preso atto dei grandi "progressi democratici" che il Principe saudita avrebbe intenzione di fare e gli ha fatto anche i complimenti.  Aveva ragione Don Abbondio.

Gianfranco Uber


No sanctions on Saudi Crown Prince by Jimmy Margulies, Politicalcartoons.com


Kashoggi

Ellekappa




MBS & Khashoggi by Emad Hajjaj, Alaraby Aljadeed newspaper , London

https://politicalcartoons.com/sku/249075/




The CIA file on the Khashoggi killing - SEE OUR CARTOON GALLERY > chappatte.com/en/?post_type=




Adnane Jabir

5 November 2018

khashoggi blood




Arabia Saudita, il report Usa: “Mohammad bin Salman autorizzò l’uccisione di Khashoggi”. Media: “Sanzioni, ma non per il principe”

Intanto i fedelissimi di Renzi nel 2018 accusavano il regime saudita, ora tacciono.

#ArabiaSaudita #Renzi #Khashoggi #regimesaudita

Durando

Renzi

Sull’Arabia Saudita Renzi si intervista da solo. Rivendica i rapporti e i soldi ricevuti.

Durando


Ora Matteo Renzi deve davvero chiarire i suoi rapporti con l'Arabia Saudita, e soprattutto con colui che aveva definito come il "grande principe". Infatti, Mohammed bin Salman, l'erede al trono, approvò e autorizzò l'uccisione del giornalista Khashoggi.

https://www.nicocomix.it/il-prezzo/

#Nicocomix #Renzi #MatteoRenzi #Arabia #BinSalman #Khashoggi #assassinio #ArabiaSaudita #Rinascimento #fumetti #vignette #satira #satirapolitica #drawing #painting #artist



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domenica 31 gennaio 2021

Lo Renz D'Arabia

 

La mossa del cammello

https://www.ilpost.it/2021/01/28/renzi-arabia-saudita-video/

Portos 29/01/21 ore 00.46



La culla del Rinascimento.

#MatteoRenzi #Renzi #ArabiaSaudita #culladelrinascimento

Durando 29/01/21




Lo chiamavano LawRenz D'Arabia.

#renzi #arabiasaudita #satira #antoniocabras

Antonio Cabras 




L'Arabia felice. Che vi sia, Matteo lo dice. Dove sia nessun lo sa.

Tomas 29/01/21


LawRenzi d'Arabia

Nicocomix


Satirical Minds. 

La vignetta di oggi ci costringe ad addentraci nella mente intricata del Maestro, e lo facciamo con una certa cautela. La guerra tra Renzi e Conte sui servizi segreti risale a qualche settimana fa, ma qui non si tratta semplicemente di delay giannelliano. Complice la recente trasferta saudita del Rignanese, Fico lo ferma e gli chiede: “Tu che volevi la delega ai servizi segreti ora sei andato a fare l’agente segreto in Arabia?”

Il Lorenz nostrano non rinuncia alle peniformi, adatte anche ad ambienti ostili come il deserto politico che si sta creando intorno ed è pronto a battersi nella battaglia di Aqaboh, dagli esiti incerti. 

Fico ha le sembianze di Mario Santanastaso recentemente scomparso, come a dire che questa crisi di governo è uno spettacolo di cabaret. Infine una nota sui capelli del presidente della Camera: è pettinato come Gentiloni, a significare che è proprio questo il nome che ha in testa come futuro premier. [RenziSciallah] Capire Giannelli

Giannelli


IL PRECIPITOSO RIENTRO DEL "BOMBA"

Una bella notizia, il Governo italiano ha bloccato la vendita di armi  all'Arabia Saudita.

Vale la pena ricordare che l'autorizzazione alla vendita delle bombe utilizzate nella guerra con lo Yemen era stata data in difformità ai divieti internazionali.

Anticipando la notizia Mohmmed Bin Salman ha iniziato a restituircele.

Gianfranco Uber




#ArabiaSaudita #Yemen #Bombe #Italia

Il Rinascimento.

Oggi su la Repubblica

p.s. qui alcune mie vignette sul tema, dal 2015: http://maurobiani.it/tag/yemen/

Mauro Biani




Inizi promettenti. #fico #conte #renzi #mandatoesplorativo #crisidigoverno #khasshoggi #arabiasaudita #binsalman #satira #satirapolitica #cartoon #editorialcartoon #ipadprocreate #ipadart #applepencil

Boscarol

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La notizia:

Bufera su Renzi in Arabia Saudita: "Pagato da un regime". Conte: stop alle armi

Il leader di Iv sulla visita a bin Salman: "Parlerò dopo la crisi". Ma il governo ferma l'export di materiale bellico. Di Maio ai suoi: abbassate i toni

https://www.repubblica.it/politica/2021/01/30/news/arabia_saudita_crisi_governo_matteo_renzi_italia_viva-284897660/



sabato 12 marzo 2016

Grande Sophie Marceau!

GRANDE Sophie Marceau !!
Rifiuta Legion d'Onore per non essere accomunata a principe saudita che nei giorni scorsi è stato decorato de la Lègion d'honneur dal presidente Holland.




François Hollande décore de la Légion d'honneur le prince héritier d'Arabie saoudite. Le dessin du Monde du 7 mars.
Plantu





Il tempo delle mele mature
11/03/2016
MASSIMO GRAMELLINI
Sophie Marceau ha rinunciato alla massima onorificenza francese, la Legion d’Onore, perché nei mesi scorsi il presidente Hollande l’aveva consegnata di nascosto anche al principe ereditario dell’Arabia Saudita. In un mondo dove molti cultori del pensiero elastico sono disposti a lappare i glutei di una giuria intera pur di sgraffignare un premio di latta da esibire nelle loro tronfie biografie, l’idea che Marceau abbia scansato l’agognata corona per ragioni di principio suona arrogante, provocatoria, bizzarra. In una parola: meravigliosa. L’Arabia Saudita è stata definita con qualche ragione «un’Isis che ce l’ha fatta». Si tratta di una monarchia teocratica che ha partorito l’ala più oltranzista dell’Islam, quella wahabita, germe di tutti i fondamentalismi. Solo l’anno scorso ha ordinato 154 esecuzioni capitali, sottopone i dissenzienti a sedute pubbliche a base di frusta e mortifica le donne al punto che durante l’incendio di una scuola femminile la polizia religiosa impedì ad alcune studentesse di mettersi in salvo perché nella concitazione non avevano fatto in tempo a recuperare il velo.

Sono questi bei personaggi che l’Occidente considera clienti e alleati fedeli, mentre dà la caccia ai terroristi allevati da loro. La Ragion di Stato impone di chiudere gli occhi e nascondere la mano, come ha fatto Hollande nel premiare il principe saudita. Invece un’attrice può ancora permettersi il lusso di esprimere la sua umanità senza lasciarsi intaccare dal cinismo. Deve avere coraggio, però. Evidentemente la ragazzina del «Tempo delle mele» è diventata una donna tosta. Chapeau, Marceau.




Manifestation contre la Loi El Khomry
blog.francetvinfo.fr/oeil-20h/2016/03/07/prince-saoudien-president-syrien-a-chacun-sa-legion-dhonneur.html
Pierre Ballouhey



Legion of Honor !    SWAHA
France awards Legion of Honor to Saudi prince 'for terror fight'
08 Mar 2016


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da Lettera 43

Legion d'onore, la Francia ha esaudito la richiesta dei sauditi
Rivelato lo scambio di mail della diplomazia francese. Parigi dice sì in meno di 6 ore. «Nel discorso, per compensare, facciamo un riferimento ai diritti umani»
11 Marzo 2016
Il ministro degli Esteri Jean Marc Ayrault e il presidente François Hollande all'Eliseo per l'assegnazione della Legion d'onore al principe saudita Mohammed Ben Nayef.
(© Gettyimages) Il ministro degli Esteri Jean Marc Ayrault e il presidente François Hollande all'Eliseo per l'assegnazione della Legion d'onore al principe saudita Mohammed Ben Nayef.

C'è chi la rifiuta e chi la richiede. Se l'attrice Sophie Marceau ha detto no alla Legion d'onore francese per protesta contro quella consegnata pochi giorni prima e con assoluto riserbo al primo ministro saudita Mohammed ben Nayef, ora si scopre che l'onorificenza al numero due della dinastia di Riad è stata chiesta a Parigi nientemeno che dal numero due della dinastia di Riad.
La Francia ha accolto obbedientemente la proposta. E ha celebrato il tutto con riservatezza, consapevole che il regime saudita, macchiatosi di settanta esecuzioni da inizio anno, di cui oltre quaranta in una sola giornata, «non gode» - testuali parole - «di buona stampa».
A rivelare i retroscena del riconoscimento on demand è stato il sito Causette.fr, mensile politico femminile, che ha pubblicato uno scambio di mail riservato tra l'ambasciatore Bertrand Besancenot e alti funzionari del corpo diplomatico francese e consiglieri dell'Eliseo.
«IN QUESTO MOMENTO MI PARE INDISPENSABILE». Nella corrispondenza strettamente riservata, il rappresentante di Parigi in Arabia Saudita stila una lista di «buoni motivi» per avvallare l'assegnazione dell'onorificenza napoleonica al principe ereditario della monarchia wahabita.
La Legione sarebbe «un gesto nei confronti del futuro re Saudita», argomenta Besancenot nella prima mail del 2 marzo, inviata al consigliere per il Medio Oriente di François Hollande, David Cvach. E in quelle righe si rivela l'insospettabile: «Rispondere alla sua richiesta di ricevere la Legion d'Onore in un momento in cui intende rafforzare la sua statura internazionale mi pare indispensabile».


Il presidente francese François Hollande di fronte al principe ereditario saudita Mohammed ben Nayef, all'Eliseo il 4 marzo (Gettyimages).

«I giornalisti? Rispondiamo lotta all'Isis»

Il messaggio è inviato alle sette e quattro minuti e dopo dieci minuti arriva la prima risposta da Parigi: «Nessun motivo per non farlo», scrive Jérôme Bonnafont, direttore del dipartimento Africa del Nord e Medio Oriente del ministero degli Esteri di Jean-Marc Ayrault. Ma una raccomandazione: «Serve riserbo con i media ma senza nasconderlo, altrimenti verrà interpretato (da Riad) come un'umiliazione, se (i giornalisti, ndr.) ci chiedono qualcosa risponderemo lotta all'Isis e partenariato economico e strategico».
«PER COMPENSARE AGGIUNGIAMO DIRITTI UMANI». E ancora: «Aggiungiamo ovviamente, per compensare, elementi sui 'diritti umani' tra i contenuti del discorso».
Passano altri sette minuti e il responsabile del protocollo dell'Eliseo, Laurent Stefanini, dice che da parte sua «non ci sono obiezioni». La questione, spiega Cvach alle 9 e 43, sarà sottoposta a Hollande attraverso il suo consigliere diplomatico, Jacques Audibert. Sono passate meno di sei ore dal primo messaggio, e alle 12 e 53 Cvach scrive: «È il momento, suppongo, di comprare azioni Mbn (Mohammed ben Nayef, ndr)». Due giorni dopo, il 4 marzo, il principe verrà accolto all'Eliseo e riceverà il riconoscimento più prestigioso della Repubblica francese.

Ecco il testo della mail inviato dall'ambasciatore francese a Riad, così come riportato da Causette.fr:
Oggetto: decorazione del principe ereditario dell'Arabia Saudita
Mercoledì 2 marzo ore 7.04
De : Bertrand Besancenot (ambasciatore in Arabia Saudita)
A : David Cvach (consigliere per il Medio Oriente di François Hollande)
Cc : Laurent Stefanini (capo del protocollo dell'Eliseo), Jérôme Bonnafont (direttore dipartimento Medio Oriente del ministero degli Esteri)

Caro David,
mi permetto di inviarti in allegato la proposta di decorazione per il principe Mohamed ben Nayef.
So che alcuni si interrogano sull'opportunità di decorare ora il principe ereditario, poco tempo dopo la campagna mediatica contro l'Arabia Saudita in Francia.
Certo, il regno non gode di buona stampa. Ma temo che il miglioramento della sua immagine richieda del tempo...

In compenso, l'accoglienza a Parigi del principe Mohamed Ben Nayef è molto importante per numerose ragioni:
- Conferma della nostra perenne partnership strategica in un momento sensibile della situazione in Medio Oriente
- Riconoscimento del ruolo personale cruciale del principe nella lotta al terrorismo, che è una priorità nazionale condivisa,
- Necessità di conservare la dinamica del rafforzamento della nostra cooperazione bilaterale per confortare le nostre prospettive civili e militari.

È anche un gesto verso il futuro re d'Arabia Saudita. È in questo contesto che mi sembrerebbe indispensabile di rispondere alla sua richiesta di ricevere la legione d'onore, in un momento in cui si augura di rafforzare la sua statura internazionale. Questo sarebbe un buon incentivo a 'giocare' la sua partita con la Francia.   

domenica 3 gennaio 2016

Arabia Saudita: 47 esecuzioni capitali



sabato 2 gennaio 2016
QUARANTASETTE ... MORTI CHE PARLANO
In Arabia Saudita si festeggia l'anno nuovo con 47 esecuzioni capitali.
Paese che vai ...
Gianfranco Uber





SABATO 2 GENNAIO 2016
Il giovine apprendista


Ciliegina sulla torta; l'Arabia Saudit è a capo del Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Per tutto il 2016.


Plantu


execution of Nimr Al-Nimr    Jalal Hajir
executed for daring to say "no" !!!
02 Jan 2016










Genio UN lamp    Vasco Gargalo
Saudi Arabia
03 Jan 2016



28-11-2015 Peter Brookes per The Times


Da Famiglia Cristiana
Lo Stato canaglia per eccellenza del Medio Oriente,l’Arabia Saudita, ha iniziato il 2016 esattamente come aveva concluso il 2015: ammazzando gente. 47 esecuzioni capitali per decapitazione o fucilazione in un solo giorno. Il che vuol dire che il secondo giorno dell’anno il regime wahabita ha già messo a morte un terzo delle persone uccise nel 2015 (157, secondo il calcolo delle diverse organizzazioni umanitarie) e più di metà di quelle uccise nel 2014 (87).
La pena di morte, in Arabia Saudita, è sempre meno uno strumento, pure allucinante, della giustizia penale e sempre più uno strumento di controllo sociale, usato senza alcun ritegno dall’accoppiata re-muftì. Il re Salman al-Saud, sul trono da meno di un anno, e Sheikh Abdul Aziz Alal-Sheikh, gran muftì dal 1999, per il quale parlano certe fatwa: per esempio, nel 2012, l’invito a distruggere tutte le Chiese cattoliche della penisola arabica e, sempre quell’anno, la conferma della legittimità del matrimonio coatto per le bambine di 10 anni.
Vedremo se la stampa internazionale, domani, parlerà di “svolta storica” per l’Arabia Saudita, come si precipitò a fare, poco tempo fa, per l’elezione di 13 donne in una tornata elettorale disertata dagli elettori (25% di affluenza ai seggi) perché coreografica e ininfluente.
 Nell’attesa, molti si sono concentrati sulla messa a morte dello sceicco Nimr al-Nimr, influente esponente della comunità sciita, minoritaria in Arabia Saudita (10-15% della popolazione) ma forte nella provincia del Qatif, affacciata sul Golfo Persico, ricca di riserve petrolifere (produce 500 mila barili al giorno dal 2004) e vicina al Bahrein. Con la Primavera araba del 2011, Nimr al-Nimr era diventato una figura di punta nella contestazione al regime e nella richiesta di maggiori diritti per le minoranze religiose. Gli sciiti del Qatif avevano anche cominciato a chiedere la separazione dall’Arabia Saudita e l’annessione al Bahrein, dove gli sciiti sono maggioranza (70% della popolazione) ma soggetti alla monarchia sunnita degli Al Khalifa.
Richiesta che aveva fatto scattare la repressione: gli Al Khalifa chiesero l’intervento dell’Arabia Saudita che mandò in Bahrein l’esercito, con tanto di forze corazzate. Morti, feriti, prigionieri politici e torture a seguire, senza alcuno scandalo internazionale. Al contrario, con la benevola approvazione del premio Nobel per la Pace Barack Obama.
Mettere a morte Al Nimr, oltre a molti altri personaggi che avevano come colpa soprattutto quella di opporsi agli Al Saud, non vuol dire tanto cercare lo scontro con gli sciiti, perché questo scontro va avanti da secoli e non saranno queste esecuzioni a cambiarne la natura o la radicalità. Vuol dire soprattutto ricordare all’Occidente che il patto col diavolo dev’essere rispettato. L’Occidente che sventola la bandiera della democrazia, e della sua diffusione in Medio Oriente, non deve impicciarsi della penisola arabica, dove pure la democrazia è fatta a pezzi. Le maggioranze controllate da minoranze possono farsi sentire altrove, tipo in Siria. Ed essere anche armate, finanziate, organizzate, sponsorizzate all’Onu e in ogni dove. Ma non in Bahrein.

E l’Arabia Saudita può fare ciò che vuole: appoggiarsi a una delle versioni dell’islam più retrive per giustificare la repressione politica, esportare il credo wahabita nel mondo, finanziare quasi tutti i movimenti islamisti più radicali, fomentare guerre civili, intervenire militarmente in altri Paesi, bombardare villaggi e città dello Yemen (quasi 6 mila morti, tra i quali tantissimi bambini, nella guerra contro i ribelli sciiti Houthi), appoggiare gli islamisti in Siria. Per noi va tutto bene.
Al momento in cui scrivo, Barack Obama non ha aperto bocca sulle 47 esecuzioni. Forse è meglio così: probabilmente direbbe “l’Arabia Saudita ha diritto di difendersi”, come se non bastassero i 27 mila soldati Usa sul Golfo Persico, le basi, le imponenti forniture di armi che da due anni fanno proprio dei sauditi i maggiori acquirenti e importatori di armi del mondo (primi, con 20 milioni di abitanti, davanti all’India, grande come un continente e con 1,3 miliardi di abitanti). Del resto, Obama portò la famiglia e mezzo Governo Usa a piangere ai funerali del re saudita Abdallah, un anno fa, e quindi non c’è molto da aspettarsi.
Nulla dirà anche il presidente francese Hollande, visto che solo due mesi fa il suo premier Manuel Valls andò a Riad e twittò orgoglioso per i 10 miliardi in contratti che riportava a casa, anche sotto forma di vendita di armi. Tacerà anche Matteo Renzi che pure non ama tacere: quando andò a Mosca si precipitò a portare fiori sul ponte dov’era stato ucciso Boris Nemtzov, oppositore di Vladimir Putin. Dubito che farà lo stesso gesto per Al Nimr:  anche Renzi è stato da poco in Arabia Saudita, anche lui ha firmato contratti, ha dispensato sorrisi ed è tornato a casa. In silenzio.

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  Saudi Arabia executes 47 people in one day including Shia cleric

domenica 26 giugno 2011

In Arabia le donne non possono guidare, ma ... "Io guido con Manal"!

Questa vignetta di Steve Breen, The San Diego Union Tribune riferisce del divieto in Arabia Saudita  per le donne di guidare , che è stato nelle notizie recentemente dopo una serie di proteste contro il divieto.

La vignetta mostra una coppia saudita che hanno appena finito di guardare il film  Thelma e Louise in TV.
L'uomo si lamenta che il film è durato  soli 8 minuti.
 Sua moglie risponde che è perché "hanno tagliato tutte le scene di donne alla guida".
La beffa è che i censori sauditi hanno rimosso tutte quelle scene.
Alla fine del film, piuttosto che essere catturato dalla polizia e passare il resto della loro vita in prigione, Thelma guida la macchina in un dirupo in un patto suicida. Possiamo solo sperare che le donne saudite non siano spinte a tali estremi.

Alla fine di maggio, Manal Alsharif è stata prelevata da casa sua, dal personale del ministero dell’interno saudita, dopo che su YouTube era comparso un video «sovversivo»: la donna guidava la macchina tra le strade di Ryadh. Quindici giorni più tardi, dopo una rapida ed efficace campagna internazionale di pressione che ha viaggiato soprattutto su Internet e dopo una petizione al re Abdallah presentata dal padre di Manal, le autorità saudite sono state costrette a scarcerarla.
Manal rimane comunque accusata di «infangare la reputazione del Regno e incitare alla protesta l’opinione pubblica». Tutto per aver guidato la macchina.
Di solito in caso di «violazione» delle norme da parte di una donna, non viene eseguito l'arresto ma viene chiamato il suo «custode legale» (il marito o il parente maschio più prossimo) ed è lui a essere redarguito o multato. L’arresto di Manal ha quindi mandato in cortocircuito il sistema saudita, con il rischio di innescare un effetto valanga.La ragazze dopo l'intervento del padre e della comunità internazionale è stata liberata, ed ha chiesto scusa al re ed ha promesso di non ripetere più il gesto se non alla presenza di un uomo.





Ma le donne hanno deciso di opporsi a questi soprusi. Non c'è scritto in nessun libro religioso islamico che le donne non possono guidare. Ma gli uomini hanno fatto una legge per tenerle discriminate.
Il 17 giugno in Arabia  le donne sono scese in strada in auto per sostenere Manal e denunciare questa ingiustizia. Accanto a loro  sul web  è partita una grande manifestazione mediatica a cui hanno aderito donne ma anche uomini  di tutto il mondo. La partecipazione in Italia   ha preso il nome di
" Io guido con Manal".http://files.splinder.com/aafb84e12f74b1889df2bbe2bc64f673_medium.jpg
Sopra la locandina dell'evento.
Sotto una bella vignetta di Gianfranco Uber



WOMEN WANT TO DRIVE IN SAUDI
  Gianfranco Uber
The problem will be when the car breaks down!
17 Jun 2011
Subroom: Arab World Fights for Freedom

Link correlati:
L’Arabia contro le donne al volante (L'Indro)
Arabia Saudita, donne al volante?E’ vietato. E loro scendono in piazza (Il Fatto Quotidiano)
Su FB:
Manal Al Sharif
We are supporting Manal Alsharif
Io guido con Manal - I drive with Manal
Le foto:
Oggi, e non solo oggi, io guido con Manal!
I  disegnatori sono  da sempre sensibili ai diritti delle donne arabe , ecco qualche bella opera:
http://www.cartoonmovement.com/depot/cartoons/2011/04/8jJm3KSQTx6jtpS6XEx0AQ.jpeg
FREEDOM OR CONSTRAINT ?
   Gianfranco Uber
French Full Veil Ban Goes into Force


Human Rights in France
   Arcadio Esquivel
How does the ban of burqas in France relate to human rights? Does it help in the fight against oppression of women, or is it a violation of human rights, and should religious freedom be respected in all forms?




  I Will Fly
   Elena Ospina
Colombia
by http://www.cartoonmovement.com/






Escaping the Burqa
Dario Castillejos
Cartoon on women's rights showing how to escape from oppression.
20 Sep 2009




Oppression? Tradition?
   Jean Gouders

This week, France has officially banned the burqa. In other countries in Europe, like the Netherlands, there are political debates about banning this and other types of veils and clothing Muslim women wear. We run the risk of applying a double standard in Europe, a standard where everything Muslim is oppressive and wrong, while everything Christian or Jewish is part of the European tradition and history.

Oppression? Tradition? (2)
   Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)

This cartoon is a reaction to the cartoon 'Oppression? Tradition?' by Jean Gouders, and shows another side of the debate about banning burqas, oppression, and freedom.