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domenica 27 gennaio 2019

Giornata della Memoria, 2019



"Panni stesi"
Per non dimenticare - 27 Gennaio 2019 - Giornata della memoria
Marco D'Agostino


#giornodellamemoria – Der Untermensch
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, celebrazione internazionale che onora le vittime dell’Olocausto: il massacro genocidio di 12/17 milioni di umani dei quali circa 6 milioni appartenenti al popolo ebreo: Shoah. Per arrivare a raggiungere  12, o peggio 17 milioni, dobbiamo elencarne altrettanti, o peggio di più, tra disabili, dissidenti politici, massoni, omosessuali, pentecostali, polacchi non ebrei, rom e sinti  (il loro olocausto si chiama Porajmos) slavi, testimoni di Geova
La Germania nazista ben coadiuvata dai suoi seguaci li archiviava solo in un nome: Der Untermensch, i sub-umani
Il giorno della Memoria è (dovrebbe essere) genuflessione, ascoltando echi assordanti di donne uomini e bambini che abbiamo marchiato subumani fino alla morte. Non li abbiamo riscattati, perciò quegli echi potranno mai più spegnersi. E’ vitale dunque per noi ricordarli tutti, proprio tutti, perché se non lo facciamo corriamo poi il rischio di innalzare barriere per diversificare gli uni dagli altri…



27 Gennaio, Giornata della Memoria,
per non dimenticare e fermare i nuovi nazismi.
27th of January, International Holocaust Remembrance Day,
not to forget and stop the new Nazisms.
Marco De Angelis



Ilya Katz


Giorno della memoria 2019
Più passa il tempo e più il ricordo del baratro in cui era caduta l'umanità si affievolisce e aumenta il rischio di poterci ricadere.
Tra poco fatalmente mancheranno anche i pochi testimoni sopravvissuti all'Olocausto.
Riuscirà a sopravvivere la memoria della Shoah senza essere ridotta ad un giorno di calendario?
Le pietre d'inciampo rubate, le svastiche graffite, gli sgomberi dei CARA e degli SPRAR
sono li per ricordarci ogni giorno che l'idiozia è dietro l'angolo, sta a noi capire che la cosa ci interessa anche se non tutti ci chiamiamo Pasquale.
Gianfranco Uber


Nel giorno della memoria..... per non dimenticare anche tutti quei bambini...😢

Pierpaolo Perazzolli



Gianlorenzo Ingrami


#pernondimenticare #giornatadellamemoria
Romaniello


Vanessi


Antonio Guarene



Giannelli



Mauro Biani



Per la terra sarebbe stato un vero affare 
Buno Bozzetto


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domenica 30 dicembre 2018

Auguri! Auguri! Auguri!



  Auguri !  Auguri ! Auguri !
Natale a porti chiusi
Gianfranco Uber



DEAR SANTA ...    Gianfranco Uber
The US Congress does not approve the $ 5 million spending Trump would like to devote to building a US separation wall from Mexico.
Now he has to hope only in Santa Claus, like us.
22 Dec 2018
Caro Babbo Natale...
Il Congresso USA non approva la spesa di 5 milioni di dollari che Trump vorrebbe destinare alla costruzione di un  muro di separazione degli USA dal Messico.
Adesso deve sperare solo in Babbo Natale,  come noi.


Giovanna Carbone  e Franco Portinari


Indonesian Christmas    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
But don't forget Indonesia.
23 Dec 2018


Oh Oh Oh
CeciGian



Taglio alto/letterina
Mauro Biani




Beato
Mauro Biani


Giannelli




كل عام وأنتم بخير وعام سعيد 2019
Merry Christmas and Happy 2019!
God jul og godt nytt år 2019
Joyeux Noël et Bonne 2019!
Buon Natale e Felice 2019!
FadiToon


Bertrams

Happy New Year! 2019
Nikola Listes

domenica 4 novembre 2018

4 novembre 2018, 100 anni dopo la fine della Grande Guerra

4 Novembre 1918-2018
Paolo Lombardi



Disegni di Marco De Angelis per la app per ipad "In volo nella Grande Guerra" - realizzata con alcuni colleghi di Repubblica *



#GrandeGuerra 100 anni. Per @ilmanifesto
Mauro Biani


Caduti 
CeciGian


Ugo Sajini


Le guerre le fanno i ricchi, le combattono i poveri.100 anni fa come oggi.
 Giuseppe Scalarini 1922


Marco D'Agostino

4 Novembre 2018 - Centenario della fine della Grande Guerra -
per il Calendario Storico dell'ANFCDG
Marco D'agostino



"Forse, grazie alle celebrazioni per la Liberazione del 25 aprile, ma anche ai racconti dei nostri nonni per chi ha la mia età, la Seconda Guerra Mondiale è più presente nei nostri ricordi rispetto alla Prima.
Non voglio apparire impassibile e farne una mera questione di numeri, ma stavo guardando i dati dei due conflitti e ho visto che al termine di quello 1939-45, tra civili e militari, i morti italiani furono circa 472.000 su una popolazione di quasi 44 milioni di abitanti.
Ma, su una popolazione di quasi 36 milioni, i caduti nella Prima Guerra Mondiale furono 1.240.000, circa il 3,5% del totale degli abitanti, per tacere dei 500.000 mutilati.
Una guerra in cui siamo entrati, contro la volontà popolare, a un anno dal suo inizio, mostrandoci neutrali e tenendo contatti con entrambe le parti per ottenere i maggiori compensi possibili per poi tradire l'Alleanza - di cui il Regno faceva parte dal 1882 - nei primi giorni di maggio 1915 e dichiararle guerra una ventina di giorni dopo, anzi, per dichiarare guerra a uno dei due ex-alleati, l'Austria-Ungheria, perché con la Germania, anche se l'avevamo mollata, volevamo comunque rimanere amici.
40 mesi e 1.240.000 morti dopo, qualcuno ebbe il coraggio di chiamarla vittoria.
E così fanno ancora in molti oggi, a 100 anni esatti dalla sua fine.
Non io.
Per me, era e resta una carneficina e quei contadini e operai sfruttati da vivi e mandati al massacro nell'inferno delle trincee, andrebbero almeno lasciati riposare da morti."
Augusto Rasori


4 Novembre 1918
Italy: November 4, 1918, Victory Day
Paolo Lombardi


Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore
viaggia e viaggia, capitò nel paese senza vittorie
in quel paese si commemoravano i defunti, se si voleva
si celebravano le persone degne
si incoraggiavano le altre a diventarlo
nel paese senza vittorie ci si era riappropriati della parola “onore”
non era più legata ad azioni di guerra (in quel paese era bandita per sempre) o al coraggio, ma ai comportamenti quotidiani, ordinari e straordinari, e non aveva colore
nel paese senza vittorie si custodiva la memoria e le guerre non venivano celebrate, ma ricordate e rese monito
nella biblioteca comunale, nel libro di storia contemporanea-contemporanea, la parola guerra era presente una sola volta, dove si ricordava che lì era ripudiata
eppure quel libro non era più esile di quelli passati, era pieno di pagine che sembravano sorridere a sfogliarle
e si aggiornava ogni volta che veniva aperto
“che bel paese questo paese senza vittorie” disse Giovannino e aggiunse: “non vedo l’ora di tornarci”

e io con lui
Fabio Magnasciutti

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La Domenica del Corriere festeggia sulla copertine la fine della guerra.

copertina n 45 10-17 novembre  1918 La Domenica del Corriere

copertina n 46 17-24 novembre 1918 La Domenica del Corriere

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Gabriele D’Annunzio lancia i suoi volantini su Vienna.
Disegno di Massimo Jatosti


IN VOLO NELLA GRANDE GUERRA
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