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domenica 27 ottobre 2019

Solidarietà a Liliana Segre

Modificato 30 ottobre 2019

Insulti razzisti a Liliana Segre, 200 post  al giorno sui social



Liliana
Gianlorenzo Ingrami





Odiatori anonimi
Liliana Segre ha rivelato di ricevere più di 200 insulti via "social" istiganti all'odio razziale.
Quanti di questi siano immessi da "persone" reali, ancorchè un po' disturbate, e quanti invece prodotti automaticamente da generatori software creati per deprecabili interessi politici non è dato di sapere.
Resta il fatto che l'anonimato protegge questi fini e non certo la libera informazione che dovrebbe essere il vero obbiettivo del WEB.
E' vero che ogni provider di Internet (sia per il cellulare che per l'ADSL casalingo) deve, per la legge italiana, identificare e registrare i richiedenti e renderli visibili eventualmente alla Polizia Postale, ma
le successive aperture di Accounts possono essere fatte con pseudonimi o nick name in numero illimitato presso siti ubicati nel mondo che rendono difficile se non impossibile risalire alla persona fisica.
E' per questo che, probabilmente in contrasto con molti, appoggio il tentativo della Senatrice Monica Cirinnà (a sua volta vittima di messaggi allucinanti) di portare alla discussione del Parlamento il disegno di Legge sull'anonimato in rete.
Gianfranco Uber


C'è un brutto clima di odio, sono arrivati a offendere pesantemente Liliana Segre
Paolo Lombardi


OH, LA PAURA CHE FANNO LE GRANDI DONNE AGLI UOMINI PICCOLI...
KUTOSHI KIMIMO




dedicato a quelli che in parlamento stanno seduti e non applaudono Liliana Segre: ringraziate di non poter capire quello che ha passato.

Gianlo
https://gianloingrami.blogspot.com/2019/10/paura_31.html
#nazifascimo #lilianasegre #auschwitz #halloween


Liliana Segre ha 89 anni e il numero 75190 tatuato sull’avambraccio. È sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, dove invece è morto suo padre, lei solo bambina.

 Un anno fa, dopo essere stata nominata senatrice a vita dal presidente Mattarella, Segre ha presentato una proposta per istituire una “Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza”.
Sui suoi profili social riceve una media di 200 messaggi pieni di tutto questo – intolleranza, razzismo, antisemitismo, odio e violenza - ogni giorno. Oggi il Senato ha detto sì alla nascita della “sua” commissione, ma senza i voti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. 151 sono stati i senatori a favore, nessuno contrario, 98 gli astenuti. La vicepresidente della Camera Mara Carfagna, forzista, ha twittato: “La mia Forza Italia, la mia casa, non si sarebbe mai astenuta in un voto sull’antisemitismo. Stiamo tradendo i nostri valori e cambiando pelle”. Matteo Salvini, presente in Aula, ha dichiarato: “Siamo contro il razzismo ma non vogliamo il bavaglio”. Giorgia Meloni ha parlato di rischio regime.

La signora Segre, dopo l’applauso di Palazzo Madama, ha scelto parole delicate.
 “Ai più rabbiosi naviganti delle Rete suggerirei di convertire i loro aggressivi percorsi in navigazioni della bellezza. La vita è brevissima, abbiamo poco tempo davanti e mille cose interessanti a cui pensare. Usare anche un solo momento del proprio preziosissimo tempo per insultare il prossimo è un inutile spreco di energia vitale”.

martedì 12 novembre 2013

Berlusconi: "I miei figli come ebrei sotto Hitler". Battuta infelice, si ma pubblicitaria.

 
La figura retorica di B.
Che desolazione.
Mauro biani


"I figli di Berlusconi come gli ebrei."
 "I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso", ha detto il Cavaliere parlando di quello che, a suo avviso, è un attacco a 360 gradi alla sua persona, dopo che Vespa gli aveva chiesto se fosse vera la proposta dei figli di vendere tutto, in una anticipazione del prossimo libro.

mercoledì 16 ottobre 2013

Li hanno portati via il 16 ottobre 1943

Sono da poco passate le cinque e un quarto del mattino quando -è il 16 ottobre del 1943- i nazisti invadono le strade intorno al Portico d'Ottavia, il ghetto di Roma. Casa per casa, rastrellano 1024 persone, donne, uomini, bambine, bambini. Due giorni dopo, alle due del pomeriggio, stipati in diciotto vagoni piombati, partono dalla stazione Tiburtina, e il 24 ottobre giungono
ad Auschwitz.
Solamente in 16 torneranno dal lager polacco. Una sola donna, e nessuno degli oltre 200 bambini deportati.
E’ drammatico ricordare. Si resta quasi increduli a ripensare ogni volta a cosa accadde durante la Seconda Guerra Mondiale. Un genocidio. La parola stessa fa paura. Ma è un dovere. E’ assolutamente necessario dover ricordare. Perché non si ricommettano gli stessi errori.
Sono passati 70 anni ... ma gli uomini non sono cambiati, l'orrore è sempre in agguato...

in memoria delle vittime e non dei carnefici



un'immagine di molti anni fa, realizzata per Diario.
Per ricordare, sempre.
Marilena Nardi

P.S. la tavola si ispirava al libro "Scacco perpetuo", di Icchokas Meras.


per altre info:



http://www.lafeltrinelli.it/products/9788880572848/Scacco_perpetuo/Icchokas_Meras.html


Vilna 1943: "Ascoltami" dice Schoger, il comandante tedesco del ghetto, al giovane Isaac Lipman, ragazzo prodigio del gioco degli scacchi. "Noi due giocheremo, tu ed io. Se vinci, i bambini del ghetto non saranno deportati, ma io ucciderò te. Se perdi, tu vivrai, ma tutti i bambini di meno di dieci anni patiranno per i campi. Se la partita sarà patta, tutto resterà come prima". La partita si giocherà davanti a tutto il ghetto, riunito e silenzioso. Ma sa che oltre al potere sui corpi, ciò che Schoger vuole spezzare è la libertà, il destino degli ebrei del ghetto. Ridotti a giocare la loro vita in quella partita da incubo, i prigionieri, ogni giorno più coscienti dei limiti delle loro schiavitù, si organizzano... In uno stile implacabile, ma limpido e denso di forza poetica, Meras scrive una favola su come l'uomo tenta di salvare la propria dignità. Lungi da voler essere un romanzo realistico sulla Shoà, Scacco perpetuo si pone nella scia della grande tradizione dei racconti ebraici dell'Europa orientale.

Tiziano Riverso



Memoria (... e non è una gara)
Ieri il 70esimo anno dal rastrellamento del ghetto.
Ma a che serve la memoria se non parla all’oggi?
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LINK:

giovedì 26 settembre 2013

Bartali, "Giusto tra le nazioni"

BARTALI IL GIUSTO


Gino Bartali proclamato "Giusto tra le Nazioni" da Israele. Il riconoscimento al grande indimenticato ciclista che pochi sapevano aver salvato numerosi ebrei dall'olocausto.
Uber


Bartali trasportò, all'interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità. Questa iniziativa è nata dalla collaborazione del rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'arcivescovo della città Elia Angelo Dalla Costa.[8] Nel maggio 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha consegnato alla moglie di Bartali, Adriana, la medaglia d'oro al valor civile (postuma) allo scomparso campione per aver aiutato e salvato tanti ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Il 2 ottobre 2011, inoltre, Bartali è stato inserito tra i Giusti dell'Olocausto nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova sempre per l'aiuto offerto agli ebrei durante la seconda guerra mondiale.[9][10]
Il 23 settembre 2013 è stato dichiarato 'Giusto tra le nazioni' dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non-ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste.
Nella motivazione dello Yad Vashem, si legge che Bartali, "cattolico devoto, nel corso dell'occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa".


Bartali
CeciGian