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giovedì 8 ottobre 2020

Il giornale di Libex 2020

 

N. 1 settembre 2020 vignetta di Kichka


Interessantissimo il giornale Libex 2020 .  Ci sono una grande quantità di vignettisti di alto livello e molto interessanti anche le  interviste di Bo Bojesen, Kichka e Kal , ma non solo.

Vi anticipo la pagina curata da Dino Aloi sull'Asino e quella di Ilaria Guidantoni sulla peste e le pestilenze.









Ma chi è LIBEX?

Centro Euro-Mediterraneo Librexpression – Libex
Per la promozione della liberta di espressione e della satira politica

Il Centro Libex nasce nel 2017 ed è parte della Fondazione Giuseppe Di Vagno. Si dedica principalmente alla promozione della libertà di espressione e della satira politica, tramite numerose azioni.

Le attività del centro includono:
La promozione del lavoro dei membri, vignettisti, grafici, illustratori, fotografi, tramite web, conferenze, mostre, pubblicazioni e banca-dati dei membri e del loro lavoro. Nel 2018, è stato creato un concorso internazionale di vignette satiriche con cadenza biennale;

Una grande mostra annuale di vignette satiriche, nel prestigioso chiostro del monastero San Benedetto di Conversano, sul tema del festival Lector In Fabula, con restituzione su catalogo cartaceo;

La pubblicazione annuale di un giornale d’informazione sui temi del centro, illustrato con vignette satiriche, Il Giornale di Libex;

Un Centro di documentazione e biblioteca, integrati nella biblioteca della Fondazione Giuseppe Di Vagno, sui temi della libertà di espressione e di stampa, della satira politica dall’antichità ad oggi;

Un’attività didattica per giornalisti, studenti e docenti di formazione alla libertà di stampa, alla ricerca e alla verifica dell’informazione e alla lettura delle immagini, vignette e foto;

Workshop e master-class per giovani e studenti sulla caricatura e l’illustrazione, organizzati durante il festival Lector in fabula;

Un sito internet che include un blog, in 3 lingue (Francese/Italiano/Inglese), libex.eu

Il sito è completato da un profilo Facebook (@Libex.eu) e Twitter (@libex.eu).
La rivista della Fondazione Giuseppe Di Vagno, pagina.eu, dedica uno spazio specifico a Libex e pubblica le sue vignette.

Gestione del centro e partnership
Il Centro è coordinato da Thierry Vissol, con il supporto di un Comitato Scientifico composto da 28 membri, professori universitari e giornalisti specializzati nei campi d’interesse del Centro, fotografi e vignettisti del Mediterraneo. La lista dei membri e le loro biografie sono sul sito, libex.eu
 
Media Partners
La rivista satirica on-line Buduàr (buduar.it);
Fany-Blog (fany-blog.blogspot.com);
La rivista settimanale Internazionale (internazionale.it);
La rivista mensile Confronti (confronti.net);
La rivista quadrimestrale di geopolitica Il Nodo Di Gordio (nododigordio.org e @IlNodoDiGordio);
Il mensile norvegese NY TID (Modern Times Review, pubblicato nella versione cartacea in norvegese e in Inglese) nytid.no;
La rivista britannica Index For Censorship (indexoncensorship.org);


Associazioni partner del Centro
Studio Andromeda, Trento;
Cartoon Movement (Olanda);
France Cartoons (Francia);
United Sketches, Paris-Caen (Francia);
Cartoon Home Network International (Norvegia);
Association Coin d’Art Bruxelles (Belgio);
International Cartoon Center (Belgio)

Il Centro, dalla sua creazione, gode del Patrocinio del Segretario generale del Consiglio d’Europa e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

  • https://www.pagina21.eu/
  • https://www.pagina21.eu/libex/
  • https://www.pagina21.eu/libex-chisiamo/libex/

lunedì 23 settembre 2019

Il Giornale di LIBEX



N.1  -  Vignetta di Fabio Magnasciutti


Il Giornale di LIBEX

Dopo il numero zero pubblicato all’occasione del Festival LectorInFabula 2018, il festival 2019 sarà l’occasione della pubblicazione del numero 1 del Giornale di Libex, creato dal Centro Librexpression. 20 pagine di articoli e vignette satiriche sulle alcune delle grandi sfide del mondo attuale, particolarmente delle minacce alla liberta di espressione anche nei nostri paesi democratici, firmatari della Carta dei diritti umani delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea. Sopplemento cartaceo della rivista on-line della Fondazione Giuseppe Di Vagno, “La Pagina”, speriamo di renderlo trimestrale.

N . 0   -  Vignetta di Pierre Ballouhey





Centro LIBREXPRESSION, Fondazione Giuseppe Di Vagno

Creato in gennaio 2017, operativo da giugno 2017, il Centro LIBREXPRESSION è un Centro Euro-Mediterraneo per la promozione della libertà di espressione e della satira politica.

Obiettivo: promuovere la libertà di espressione, la libertà di stampa e la satira politica  – uno strumento indispensabile per la democrazia -, particolarmente grafica, ma non solo, come forma pertinente d’informazione e svilupparne l’uso, sia nella didattica, sia nei vari media (giornali, audiovisivi, social network) e nel campo dell’arte grafica.

Un Consiglio Scientifico, composto di vignettisti, fotografi, giornalisti, universitari specializzati in materie legate alla libertà di espressione, assicura la coerenza delle attività.

Organizzazione: Il centro è organizzato intorno a cinque pilastri, che dovrebbero essere tutti pienamente operativi entro 2020:

1- Un’attività di promozione della libertà di espressione e della satira politica (attività in corso), con l’organizzazione di conferenze pubbliche, partecipazione a festival di giornalismo o di cultura, a trasmissioni radio e TV, mostre tematiche. Tale attività è iniziata nel giugno 2017. (Veda l’elenco in annesso).

2- Una banca dati di vignette, illustrazioni e fotografie (in costruzione), per promuovere il lavoro dei membri del Centro LIBREXPRESSION (vignettisti, graffisti, illustratori, fotografi, intellettuali… che siano italiani, europei e dell’altra sponda del Mediterraneo) – in materia di satira politica e sociale e difesa della libertà di stampa e di espressione. Promozione presso i media, i professori e studenti di licei e di università, giornalisti, editori… Tale banca dati riprenderà le opere scelte dai membri, classificate sia tematicamente sia per autore, con un motore di ricerca. Tale banca permetterà ai potenziali utenti di trovare illustrazioni per loro articoli, trasmissioni video, illustrazioni di siti, libri, didattica, ecc.

3- Un centro di documentazione (iniziato), biblioteca fisica (nella sede della Fondazione Di Vagno) e virtuale, sul tema della libertà di espressione, della satira e della caricatura politica (su tutte le sue forme e particolarmente grafica), dall’antichità fino ad adesso. Sarà un dipartimento della biblioteca della Fondazione, che conta già una centinaia di pubblicazioni su questo tema. Collezioni di vignette satiriche storiche saranno scannerizzate, per creare una banca dati storica, completendo la banca dati del punto 2.

4- Una residenza per artisti (progetto), situata nel Monastero san Benedetto di Conversano. Saranno invitati, per uno a tre mesi, tra 4 e 6 artisti, meta europei – meta dell’altra sponda del Mediterraneo, per dedicarsi al loro arte. In scambio dovranno dedicare un po’ di tempo a conferenze, workshops e lavoro artistico sulla regione.

5- Un’attività didattica (in corso di elaborazione): Il centro intende produrre in collaborazione con partners europei condividendo obiettivi e filosofia d’azione simili, dei moduli di formazione (utilizzabili sia dal vivo, sia via internet) all’attenzione degli studenti di licei, dei docenti e studenti universitari, particolarmente di scuole di design, sul tema della libertà di espressione (cosa vuol dire, quali sono i diritti e i doveri, come cercare e verificare l’informazione, i pericoli e i pregi della rete, come leggere un’immagine, ecc.)

Sede legale:

Centro LIBREXPRESSION
Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921) – ONLUS
Via San Benedetto, 18
I-70014 CONVERSANO (BA)
info@fondazione.divagno.it

Direttore: Thierry Vissol
Thierry.vissol@gmail.com
Tel: +39 331 190 73 70


mercoledì 17 aprile 2019

Sinè Madame

Le premier journal satirique féminin

SINÉ MADAME

Exclusivité mondiale!
Siné Madame, le premier mensuel satirique et sociétal entièrement écrit et illustré par des femmes. Catherine Sinet, directrice de la rédaction, et toute l’équipe sont très heureuses de vous présenter Siné Madame, en vente à partir du 17 avril au prix de 2,30 euros.
In esclusiva mondiale!
Siné Madame, il primo mensile satirico e sociale interamente scritto e illustrato da donne.
Catherine Sinet,  capo redattore, e tutta la squadra sono molto contente di
presentare Siné Madame, in vendita dal 17 aprile al prezzo di 2,30 euro.



domenica 16 settembre 2018

#TONSILLE

#TONSILLE
 n.1 sett. 2018

Elettroperiodico d'avanguardia

Rivista di un certo spessore di fumetti, vignette, illustrazioni, scritti, arti figurative e non, di satira e umorismo. "La solita roba, aria fritta che non funzionerà" 

Lo potete sfogliare gratuitamente su ISSUU  QUI


E' uscito il 15 settembre il numero 1.
#TONSILLE! L'elettroperiodico che il mondo aspettava!
La rivista è nata da un'idea di Bruno Olivieri e Lele Corvi ,
 con GianLorenzo Ingrami ,
Marco Gava Gavagnin,
Maurizio Boscarol,
Roberto Bargagna,
Beppe Beppetti,
Roberto Totaro Tot,
Walter Leoni,
Angustina ed il
Cius.

Non c'è nemmeno bisogno di farvelo tenere da parte dal vostro elettroedicolante di fiducia perché basta cliccare nel link che ho messo sopra!



venerdì 16 giugno 2017

L'Unità, Sergio Staino e la lettera a Matteo Renzi.



A chi mi chiede de l'Unità

LETTERA APERTA A MATTEO RENZI

15 giugno 2017
Sono rimasto profondamente colpito, sfavorevolmente, dalla risposta data da Matteo Renzi alle domanda a lui posta da Massimo Giannini sulla situazione de l’Unità. In pratica il nostro Segretario se l’è cavata spiegando che l’Unità ormai è in mano a privati e che questa scelta di consegnarla in mano a privati non è stata fatta da lui ma da segretari precedenti, per cui tanta solidarietà e comprensione umana per i dipendenti ma che si rivolgano a qualcun altro perché lui non c’entra, arrivederci e grazie. Ho riascoltato quattro volte sul sito di Repubblica questa sua tranquilla e allucinante logica per la quale la riapertura de l’Unità era stata frutto di una iniziativa totalmente privata. Naturalmente ho scritto subito un sms sia a lui che al Vicesegretario Martina chiedendo spiegazioni e proponendo per l’ennesima volta un incontro per discutere insieme delle possibilità superstiti per il salvataggio del giornale. Come ormai capita da mesi, silenzio assoluto.

In altri tempi, a questo punto, avrei sicuramente scritto una lettera ufficiale come Direttore de l’Unità al nostro Segretario, inviandola attraverso i canali istituzionali del partito. Oggi i tempi sono cambiati e di luoghi istituzionali del partito, grazie al disinteressamento continuo dello stesso Renzi, non esiste in pratica più nulla. Non mi resta quindi che affidare questa mia lettera ai canali informativi più tradizionali, non certo affascinanti come quelli del partito, ma sicuramente più efficaci.

Quel che ha risposto Renzi a Giannini è una sonora bugia o, se vogliamo usare termini più amati dal nostro Segretario, una vera e propria fake news. E’ vero che non è stato Matteo il primo Segretario che ha chiesto l’intervento privato nella società proprietaria de l’Unità ma non è vero che lui non abbia la piena responsabilità della nascita e della formazione dell’attuale società proprietaria Unità srl.

L’idea di investire su l’Unità non partì certo dai proprietari della Pessina Costruzioni che invece aderirono al progetto solo dopo le pressanti richieste dello stesso Renzi. Lui, e solo lui, Matteo Renzi, si era speso nei giorni del fallimento della NIE nell’estate del 2014, in una solenne promessa di riaprire l’Unità al più presto. Conservo un sms del 29 luglio 2014 inviatomi da Matteo nel quale, tranquillizzandomi sulla triste sorte de l’Unità, affermava: “Io la tengo aperta. Fosse anche l’ultima cosa che faccio”.

In questo caso mantenne la promessa e dopo aver rifiutato possibili finanziatori sgraditi perché in odore dalemiano e altri impossibilitati a partecipare per imbarazzanti vicende giudiziarie, scelse di puntare su Massimo Pessina e Guido Stefanelli. I due naturalmente non sapevano un bel nulla di editoria, né avevano mai pensato che in vita loro si sarebbero dovuti interessare di questo difficile e particolare settore produttivo. Matteo però li blandì con mille promesse. Loro rischiavano grosso, per cominciare una bella somma (si parla di 10 milioni di euro) come fideiussione sul fallimento della NIE che permettesse loro di utilizzare il marchio “Unità”, e altri milioni per rimettere in piedi organizzativamente la vita del giornale. Non dovevano preoccuparsi, diceva loro Matteo, tutti quei soldi sarebbero stati ben presto rimborsati dal partito; in più il partito avrebbe assicurato loro un buon guadagno, in particolare dalla capillare diffusione del giornale. Subito dai 10 000 ai 30 000 abbonamenti annui raccolti tra i dirigenti, tra gli eletti e dai tanti circoli sparsi in tutta Italia. E poi, naturalmente, iniziative, interviste, forum, qualunque cosa che potesse servire a far conoscere e diffondere il giornale. I due si sono fidati, vogliamo fargliene una colpa?

Come garanzia di tutto questo il PD entrava nella nuova società con il 20% delle quote (quote che ancora conserva) e con una “golden share” che permetteva al Segretario di scegliere gli organi dirigenti del giornale e l’ingresso di nuovi soci. Grazie a questi accordi Matto Renzi in prima persona ha scelto i vari direttori del giornale, da Cuperlo che non volle accettare, a D’Angelis, fino al sottoscritto. Ma per il resto, per tutti gli impegni presi come aiuto oggettivo e soggettivo alla crescita del giornale, niente è stato realizzato. Dei 30 000 abbonamenti promessi, al mio arrivo al giornale ne ho trovati solo 400 (non mila, proprio quattrocento). Non parliamo poi del resto: mai un’intervista al giornale, mai un incontro politico di discussione, mai un forum e perfino messi fuori i diffusori del giornale dalle riunioni della Leopolda.

E ancora oggi la situazione è la stessa: la società proprietaria divisa fra l’80% a Pessina e Stefanelli e il 20% alla società EYU, diretta emanazione del PD e quindi di Renzi; sito de l’Unità totalmente in mano al PD e non controllato dal direttore de l’Unità. Si può quindi parlare di estraneità del PD e del suo Segretario dalle vicende politiche, culturali e finanziarie del nostro giornale? Certamente no.

So benissimo che le difficoltà attuali del giornale vengono da lontano e che dipendono in larga misura anche dalla gestione che è stata fatta di questo nostro foglio negli ultimi 20 o 30 anni, ma questa eredità del passato non può servire assolutamente a giustificare la superficialità con cui sono state trattate la riapertura e la gestione attuale del giornale. Di tutto questo disagio, proprio per il suo ruolo, Matteo Renzi è il primo dei responsabili.

Lui ovviamente non vuole ammettere questo e ricorre alla più misera delle opzioni umane: la bugia. Di fronte a questo ho un tal senso di disgusto che devo stare molto attento a come continuare questa lettera. Dirò quindi solo una cosa, dirò che negli Stati Uniti, democrazia che il nostro Renzi ama molto, presidenti eletti a furor di popolo, per una bugia sono stati costretti a dimettersi.

Sergio Staino, Direttore de l’Unità

Staino: " Una striscia di Silver che se il giornale fosse uscito avrei voluto pubblicare"

16 giugno 2017

Cari amici,
naturalmente sto ricevendo molte lettere di risposta alla mia lettera aperta a Matteo Renzi. Il tenore è un po' quello sintetizzato dalla lettera di Giovanni Bosco che qui vi riporto. Vi allego anche una mia vignetta sull'argomento.
A presto
Sergio


Carissimo Sergio,
sono sbalordito! Che L'Unità da anni ormai non sia amata dalla sinistra con tutte le definizioni che ama darsi, è cosa risaputa, diversamente non saremmo arrivati al punto in cui un segretario eletto con il 70% dei voti va a raccontare balle in una intervista ad uno dei più importanti quotidiani amato dalla sinistra, quello sì!
Penso che sarebbe giusto, necessario, perché siamo già fuori tempo massimo, scrivere un testo da sottoporre ad un giudizio e quindi ad adesione, non diretto solo ai lettori "incazzati" del giornale, come il sottoscritto e chissà quanti altri, ma rivolto anche, direi in primis, agli iscritti PD e a tutti coloro che l' hanno riconfermato segretario del partito (domando: ma è ancora un partito?), un segretario che si permette di esprimersi in quel modo poi...
Non solo negli USA , ma anche in Germania, in Francia, Inghilterra, in molti paesi dove comunque un politico, anche con meno responsabilità di quante ne ha Renzi, si dimettono per una bugia.
Caro Sergio qui non si tratta solo di una grave bugia, ma di un vero e proprio schiaffo in pieno viso, pubblico, a chi lavora nel giornale, a te che lo dirigi, e in particolare a tutti quelli come me che sono disposti, come sempre, ad impegnarsi per L'Unità, non tanto e solo perché la amano, ma perché ritengono "indispensabile" un giornale, in edicola, aperto al confronto all'interno di tutto il mondo della sinistra riformista almeno.
Io non accetto una offesa simile, deve chiedere scusa Renzi, si renda conto che sta sbagliando.
Anche se non in modo pieno lo stimavo, adesso non più. Non voglio e mi dispiace che il PD perda, ma forse se ai prossimi ballottaggi si perde una barca di Comuni, dovrà pure farsi qualche domanda.
Un forte sincero abbraccio
Giovanni Bosco


The last one - 3 giugno 2017

martedì 4 aprile 2017

Staino e L'Unità


1 aprile 2017

Cari amici,
questo articolo da La Repubblica di oggi spiega bene cosa sta succedendo a l'Unità.Sergio

Unità in sciopero contro i tagli E Staino: “Lascio la direzione sfiduciato dai miei giornalisti”


La ristrutturazione annunciata dalla società prevede di licenziare il 60% dei redattori I cronisti dopo la striscia di Bobo sulla crisi del giornale: “Questa volta non ci hai fatto ridere”
Annalisa Cuzzocrea

Non c’è ironia, nella voce di Sergio Staino, mentre dice: «Mi hanno costretto a questa decisione, non potrei guardarmi allo specchio se rimanessi dopo che la mia redazione mi ha di fatto sfiduciato». Bobo lascia l’Unità.
Al telefono, subito dopo aver inviato la lettera in cui dice addio, si sfoga: «Avevo chiesto loro: fate un documento duro quanto volete, ma non fate lo sciopero, perché sarebbe contro di me. Non mi consentirebbe di continuare a lottare. Lo hanno fatto, e allora basta». La redazione non ha preso bene la prima pagina di ieri. La scelta di raccontare il momento durissimo, i tagli in arrivo, la difficile sopravvivenza della testata fondata da Antonio Gramsci nel 1924 attraverso una striscia satirica in cui il direttore Staino si raffigurava strattonato da mille parti: la proprietà, il cdr, perfino la moglie. «Per una volta Staino, per questa volta - scrivono i lavoratori dell’Unità - non ci hai fatto ridere. Sono giorni, settimane in cui non ridiamo. Da quando la proprietà ha annunciato che il 60% dei lavoratori di questo giornale a breve andrà a casa ». E ancora, i numeri prospettati dall’azienda «sono da macelleria sociale. A pagare saremo solo noi, e tu di conseguenza depauperato dalla nostra forza lavoro». Chiedono al direttore di restare al loro fianco, i giornalisti. Ma lo fanno dicendogli: «La tua iniziativa di ieri non ci aiuta. Anzi, rischia di offrire all’azienda il fianco per “calare la scure” sulle nostre teste, tanto per citare l’amministratore delegato». «Danno un giudizio negativo su una striscia che tantissimi lettori hanno capito - ribatte il direttore - sono pieno di lettere che me lo confermano. Non accettano che abbia usato la satira per un discorso politico, ma sotto quel fumetto c’è il dolore di Bobo. È l’angoscia a muoverlo. Non è una striscia felice ». Racconta, Staino, in quelle immagini, di tutti coloro che lo fermano per dirgli “bello, bello il giornale”, ma non lo comprano. «Prendo in giro mia moglie che mi tira in mezzo a situazioni familiari, il cdr che giustamente mi tampina perché non vuole che ipotizzi ristrutturazioni. A mio avviso, non c’è nessuna offesa. Mi aspettavo che si incazzasse Bonifazi, che lo facesse Renzi, cui ricordo di avergli dato del “cafone”, o l’amministratore delegato Stefanelli, che metto lì tutto preso dal tagliare. Mai avrei pensato ai giornalisti». E invece, all’Unità, si è tenuta una riunione dai toni accesi e molto duri. «Io capisco che siano nel pallone per paura dei tagli che ci saranno - dice ancora Staino - ma siamo davanti a un’alternativa drammatica: o chiudiamo o ristrutturiamo. Un giornale che vende le cifre che vendiamo noi non è sostenibile. Ventinove giornalisti e sette poligrafici per seimila copie, non ce la si fa. Ho cercato delle alternative: diventare più piccoli e poi riassumere una persona ogni mille copie recuperate. Ho chiesto aiuto a collaboratori che mi hanno scritto fondi gratuitamente, solo per amore di questo giornale. Che senso ha arrabbiarsi? Ho dato tutto a questo giornale. È un’offesa che non mi merito».

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Nota:
Respinte da Piesse le dimissioni del direttore dell’Unità Sergio Staino. L’ad Stefanelli: massima fiducia in lui

giovedì 1 ottobre 2015

La crisi colpisce anche l'umorismo


Dal 1° Ottobre 2015 il Corriere della Sera abolirà le vignette dalla pagina dei lettori.Un'epoca (per me, ma anche per tutti gli altri disegnatori) che si chiude. E' stato bello, ma ogni cosa - purtroppo - ha una fine. Grazie a tutti i collaboratori del Corriere per la loro assistenza. 
Bruno Bozzetto


Tristissima notizia!

martedì 13 gennaio 2015

Charlie Hebdo in edicola anche in Italia

Mercoledì 14 gennaio il nuovo numero di Charlie Hebdo sarà in tutte le edicole italiane in allegato a il Fatto quotidiano.

Le prochain numéro de l'hebdomadaire satirique, le premier depuis l'attaque terroriste qui a décimé la rédaction, est bouclé.

Charlie Hebdo sera bien dans les kiosques ce mercredi 14 janvier. Comme toutes les semaines. Les journalistes de l’hebdomadaire satirique ont bouclé lundi vers 21h30 leur première édition depuis l’attentat qui a fait 12 morts, mercredi 7 janvier à Paris.
Dans ces circonstances exceptionnelles, le numéro (1178) sera tiré à 3 millions d’exemplaires, contre 60 000 habituellement, et vendu dans 25 pays.

Accueillie dans les locaux de Libération, la rédaction a repris le travail vendredi, avec pour objectif de montrer que Charlie Hebdo n’est pas mort. Le dessin de une, signé Luz, représente le prophète Mahomet, avec une larme, et tenant une pancarte «Je suis Charlie». Le prophète reprend ainsi à son compte le slogan mondial apparu après les attentats qui ont tué 17 personnes dont les dessinateurs Cabu, Charb, Wolinski, Tignous et Honoré. Au-dessus du dessin, ce commentaire : «Tout est pardonné.»
(continua Liberation)
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L'équipe de «Charlie Hebdo» raconte sa première... di liberation
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“Questo Maometto è più bello, è più simpatico. Ci piace di più. E dopo averlo disegnato, ho pianto”. La redazione di Charlie Hebdointerrompe il silenzio dopo l’attentato che ha ucciso, tra le 12 vittime, le firme più importanti del settimanale satirico parigino. Lo fa con una conferenza stampa di presentazione del nuovo numero, in uscita mercoledì (e in edicola, nella versione originale in francese, anche in Italia, come allegato al Fatto Quotidiano), alla quale partecipano il nuovo direttore della testata, Gérard Biar, eRenald “Luz” Luzier, il vignettista che ha disegnato la copertina. Proprio l’immagine in prima pagina (un Maometto che piange, con in mano il cartello “Je suis Charlie” e il titolo “Tutto è perdonato“) è il punto dal quale i giornalisti e disegnatori vogliono ripartire: “Guardatelo questo Maometto – dice il direttore sventolando il nuovo numero – è più simpatico dell’altro mostrato in passato”.
La scelta della redazione e di Luz, che lo ha disegnato, è quella di tendere la mano nei confronti di quella parte della comunità islamica che si è sentita offesa dalle passate pubblicazioni del settimanale, ma senza perdere lo stile che ha sempre contraddistinto il giornale. Maometto non scomparirà dalle pagine di Charlie Hebdo, ma sarà un Maometto completamente diverso, lontano da quello definito blasfemo



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Bouclage de Charlie Hebdo à Libération di liberation
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Quando Luz prende la parola, dopo una breve introduzione di Biar, inizia a raccontare il momento più intenso e importante di tutta la preparazione del nuovo numero: quando si è messo di fronte a un foglio bianco, con una matita in mano, per disegnare la copertina di un nuovo giornale. Lasciare, almeno in parte, il vecchio Charlie e farne nascere uno nuovo, più bello, che rappresenterà il futuro della testata. Il tutto con una sola vignetta. “Ho pensato: e adesso che cosa disegno?’ – ha iniziato a raccontare Luz – A quel punto, nella mia mente, è iniziata una vera e propria riunione di redazione a cui hanno partecipato tutti i miei colleghi superstiti e quelli che non ci sono più. Erano tutti lì, davanti a me, sul muro della stanza”. Per sbloccarsi e scacciare la “paura del foglio bianco”, Luz ha detto di aver fatto un disegno catartico, che tornava indietro nel tempo, ai momenti dell’attentato. “A quel punto mi sono detto ‘sei riuscito a fare un disegno, ora fai la copertina‘”.
La “riunione” è continuata e “nella mia mente ho capito che sarebbe stato di nuovo Maometto, perché quello è il mio personaggio, è me stesso. Poi è venuto il cartello, il titolo ‘Tutto si perdona’ e poi la lacrima. Il mio Maometto piange, è triste. Quando ho finito, poi, ho pianto anche io“. Il racconto di Luz si è concluso con un momento di commozione da parte del vignettista, abbracciato dal direttore che ha provato a tirarlo su.
Il messaggio della redazione è chiaro: la libertà di espressione“non conosce limiti, la libertà è libertà. Stop”. Ci sarà un nuovoCharlie, diverso, ma fedele a sé stesso: “Siamo ancora Charlie. Sono Charlie, sono poliziotto, sono ebreo e anche musulmano“. da Il Fatto Quotidiano





Mercoledì 14 gennaio il nuovo numero di Charlie Hebdo sarà in tutte le edicole italiane in allegato a il Fatto quotidiano. È il nostro modo di essere vicini e di esprimere solidarietà alla redazione del settimanale francese sanguinosamente colpito dalla strage di Parigi e di testimoniare tutto il nostro amore per la libertà di espressione e dunque di satira. Ringraziamo gli amici di Charlie Hebdo, e quelli di Libération che li ospitano nella loro sede. Dal ricavato dell’iniziativa “il Fatto quotidiano – Charlie Hebdo” (in edicola al prezzo di 2 euro) trarremo una donazione per le famiglie dei colleghi giornalisti e vignettisti uccisi.
F.Q.



[CHARLIEHEBDO] Les défis de l'après 11 janvier : le dessin de Plantu [Page officielle] en Une du Monde du 14 janvier.






Les crayons ne s’arrêteront pasDessin de Lassane Zohoré (Côte d'Ivoire), pour le journal Gbich


Tiziano Riverso

Even slikken.
Bertrams


http://www.liberation.fr/societe/2015/01/12/mahomet-en-une-du-charlie-hebdo-de-mercredi_1179193



Ultima ora:

Alle rotative con Charlie Hebdo: lo storico momento

domenica 28 settembre 2014

L'Unità

La chiusura del quotidiano L'Unità nelle vignette degli autori satirici:


fU.
Marco Tonus


HANNO UCCISO L’UNITÀ
PORTOS / Franco Portinari


Senza parole.
Tomas




Gava by Meno




Unità
Oltre alle responsabilità del Pd, ci sono anche quelle degli altri soci. Il salvataggio non è stato possibile per i veti incrociati dei soci“. Nell’ultimo giorno delle pubblicazioni de l’Unità, il direttore Luca Landò è comunque fiducioso. “Siamo una testata dura e torneremo in edicola“. Da il manifesto di oggi.  
Mauro Biani




Davide Caviglia-L'Antitempo


Romaniello


Tullio Boi





Vauro






Paride Puglia













Maramotti



Ellekappa, L'Unità del 31.07.2014 (ultimo numero)

Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it



Sergio Staino

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Valenza Po: I 90 anni dell'Unità da non disperdere

Bobo c'è

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sabato 27 settembre 2014

Valenza Po: I 90 anni dell'Unità da non disperdere


I 90 anni dell'Unità da non disperdere

Mostra e spettacolo sabato 27 settembre a Valenza Po

Sabato 27 settembre, a Valenza Po, la Fondazione Fondazione Luigi Longo, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, organizza "1924-2014: Novant’anni da non disperdere", riferito ai 90 anni di fondazione del quotidiano "l'Unità".
Alle 17,30, al Centro Cultura di Valenza Po, è in programma "Noi e la satira dell'Unità", con Sergio Staino, Dino Aloi ed Emanuele Macaluso.
Alle 19, sempre al Centro Cultura di Valenza Po, è prevista l'inaugurazione della mostra "Tango, Cuore e… Come la satira ha fatto morire (dal ridere) il Partito Comunista", con con Sergio Staino, Dino Aloi, Emanuele Macaluso e Ugo Sposetti. A seguire "Il terzo segreto di satira", spettacolo satirico con Pietro Belfiore, Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e la collaborazione straordinaria di Sergio Staino.



cliccare qui per ingrandire l'img

martedì 10 settembre 2013

Lettere e tweet a Luca Telese: "Pagaci!"

Lettere e tweet a Luca Telese: "Pagaci!"
Basterebbe un quarto di compenso 
di una sola puntata di Matrix!!!

I got you instead of my skin  Fabio Magnasciutti




Luca Telese debutta questa sera a Matrix ma sarà un debutto fischiato...

Luca Telese ha dato vita nel 2012 a un rivoluzionario progetto di un giornale di carta Pubblico durato solo 100 giorni. A far le spese del fallimento sono stati i giovani i giornalisti precari coinvolti, che non hanno visto un euro senza alcun diritto ad ammortizzatori sociali.

Caro Luca Telese,
ho appena appreso che domani ricomincia il programma Matrix e sarai tu a condurlo! Ma congratulazioni! Certa che adesso provvederai tempestivamente a pagare tutti i compensi in sospeso di tutti gli ex collaboratori di Pubblico e di Orwell finalmente tiro un sospiro di sollievo sulle bollette insolute impilate sul tavolo di cucina. Tutto è bene quel che finisce bene! E che meraviglia quando la vita somiglia a un film di Frank Capra, grazie Luca, GRAZIE.
Carolina Cutolo, ex collaboratrice di Pubblico

giovedì 4 luglio 2013

Barricate. in movimento

In edicola e nelle librerie

Il bollito è servito!


LUGLIO 2013 - BARRICATE

EDITORIALE

“Lei è all’orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due
passi. Cammino per dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi più in
là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia?
Serve proprio a questo: a camminare.”
(Eduardo Galeano, “Finestra sull’utopia”, Parole in cammino)

“Io voglio sempre mettermi in discussione! Io domani voglio essere più

uomo, più umano, più cristiano, più prete, più anticapitalista, antifascista,
più non violento, ogni giorno!”
(Don Andrea Gallo, Il Vangelo di un utopista)



Intravista, amata, costruita tappa dopo tappa, interrotta e poi
ripresa; costellata di fatica, di dolore, di continue lotte con esiti
incerti e altalenanti. La tortuosa strada dei diritti è stata imbocca-
ta per scelta consapevole dagli esseri umani, spinti dal riconosci-
mento reciproco della propria fragile condizione e dalla volontà di
arginare la feroce irrazionalità dell’esistenza.
Il cammino dei diritti rispecchia l’asimmetricità del mondo con i
suoi equilibri fittizi e le sue contraddizioni. Il potere che abusa, il
colpevole impunito, la vittima doppiamente colpita. L’informazio-
ne che disinforma, la scuola che non insegna, la missione di pace
che porta guerra, il denaro che viaggia mentre la gente è bloccata.
La nostra terra che viene disprezzata e consumata, tanto che non
c’è più acqua e mancherà presto l’aria.
Il mondo è asimmetrico, il mondo è storto, raddrizziamolo! E fac-
ciamolo insieme, tutti, sembrano dire le voci che vivono in questo
numero. Dai rappresentanti delle istituzioni agli intellettuali, dagli
artisti agli studenti, un solo canto: la giustizia è tale solo se garan-
tisce dignità e libertà ad ogni persona. Una ministra, Cécile Kyen-
ge, si batte per il diritto dei cittadini, nessuno escluso, ad essere
uguali di fronte alla legge ed esorta ad aprire gli occhi sulla realtà
di una nuova convivenza sociale; uno storico, Giovanni De Luna,
denuncia la crescente endemicità e incontrollabilità delle guerre;
di un funzionario di polizia Ennio Di Francesco, scrive libri affinché si
completi l’opera di democratizzazione delle forze dell’ordine; una
scrittrice, Silvana De Mari, fa appello alla Dichiarazione universa-
le dei Diritti dell’Uomo, così bella e tuttavia infinite volte tradita.
E risuonano le lacrime di Ilaria Cucchi che chiede conto di una
morte assurda; e splende il sorriso di suor Maria, che in una Pale-
stina tormentata dà accoglienza a figli nati “per errore”. E poi c’è
“il prete che si è fatto uomo”, don Andrea Gallo dei marciapiedi,
degli ultimi, dell’anarchia e della Costituzione, che ci ha lasciato i
suoi sei personalissimi Vangeli, scritti in nome dell’amore e dell’u-
manità.
Raddrizziamo il mondo. Un’armonia sarà forse ristabilita e l’uto-
pia raggiunta quando i diritti di ogni persona non saranno più il
frutto di una conquista, ma una indiscutibile premessa.
Maria Chiara Ballerini



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I primi di Luglio uscirà in edicola il quarto numero del bimestrale indipendente  BARRICATE- L’informazione in movimento.
Tema centrale del numero, il cammino dei DIRITTI UMANI, con approfondimenti e interviste alla Ministra Cécile Kyenge sul diritto di cittadinanza; a Don Andrea Gallo, “il prete che si è fatto uomo”; allo storico, Giovanni De Luna sulla crescente endemicità delle guerre; al funzionario di polizia e scrittore Ennio Di Francesco sulla democratizzazione delle forze dell’ordine; alla scrittrice Silvana De Mari sulla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo; all’attore e ora regista Luigi Lo Cascio ed altri. Dai rappresentanti delle istituzioni agli intellettuali, dagli artisti agli studenti, un solo canto: la giustizia è tale solo se garantisce dignità e libertà ad ogni persona.
In questo numero alcune novità, come la collaborazione con il portale Peacelink e con la rivista Pressenza. Prosegue inoltre la collaborazione con Balloons e cresce il numero di collaborazioni con disegnatori e fumettisti.
L’inserto B!Ragazzi si arricchirà a partire dal prossimo numero di apporti dei lettori più giovani: potranno inviare le loro storie, idee, giochi, che Barricate farà illustrare dai suoi disegnatori.

Sito :  http://www.barricate.net/

Allegati

domenica 5 maggio 2013

Concorso 13th World Press Freedom International Editorial Cartoon Canada

13th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition

Venerdì 3 Maggio 2013 a Ottawa, presso il centro Congressi sono stati annunciati i vincitori del

13th World Press Freedom International Editorial Cartoon

La giuria, riunitasi il mese scorso era composta da Rod Macdonell, Shawn McCarty e Guy Badeaux.

Vincitore 2013 Leslie Ricciardi



Grand Prize: Leslie Ricciardi (Uruguay)

The theme:
Il tema:
Hard times and free speech
Momenti difficili e la libertà di parola.

When journalists and cartoonist face economic uncertainty or threats to their employment, there is great pressure to give up on tackling tough stories, give in to self-censorship or give attention to sensationalist journalism in the service of commercial sustainability. But can free speech survive hard times?
Quando i giornalisti e i cartonists devono affrontare l'incertezza economica o la minaccia del posto di lavoro, vi è una forte pressione di rinunciare ad affrontare storie difficili, cedere all'autocensura o di dare attenzione al giornalismo sensazionalista al servizio della sostenibilità commerciale. Ma può la libertà di parola e di disegno(aggiungo io) sopravvivere ai tempi duri?





Second Prize: Dale Cummings (Canada)



Third Prize: Peter Chmela (Slovakia)



Awards of Excellence



Pierre Berthiaume (Canada)


Roger Tweedt (France)


Simone Orlandini (Italy)


Oleg Loktyev (Russia)


Faruk Soyarat (Turkey)


Hessam Dadkhah (Iran)


Kap (Spain)


Karry (Peru)


Stefano Antonucci (Italy)


Marc Pageau (Canada)

( fonte )
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Soddisfazione nel vedere due opere italiane nelle menzioni d'onore Stefano Antonucci e Simone Orlandini. Complimenti!

PS: ha partecipato anche l'amico Marco Tonus con una simpatica rielaborazione del mitico Snoopy, sempre alle prese con la macchina da scrivere.

World Press Freedom Day - Marco Tonus
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