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martedì 5 marzo 2024

Salviamo Assange!

  4 MARZO 2024

Il cancelliere tedesco rompe il silenzio dei leader europei e si schiera contro l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Mentre si attende la decisione della giustizia britannica (l’ultima udienza si è tenuta il 21 febbraio) per Olaf Scholz “sarebbe bene che i tribunali britannici gli garantissero la necessaria protezione, perché deve effettivamente aspettarsi persecuzioni negli Stati Uniti, in considerazione del fatto che ha tradito segreti di Stato americani“. L’Alta Corte britannica dovrà stabilire se il fondatore di Wikileaks dovrà essere estradato o meno negli Stati Uniti, dove verrà processato per la diffusione di documenti secretati sulle attività militari americane: Assange, che dal 2019 è rinchiuso nel carcere londinese di massima sicurezza di Belmarsh, rischia negli Usa fino a 175 anni di carcere. Nelle ultime settimane due esperti delle Nazioni Unite – una competente in libertà di espressione e l’altra in prevenzione della tortura – hanno esortato il Regno Unito a non estradare Assange.


22 FÉVRIER 2024 PAR CARTOONING FOR PEACE Dernier espoir pour Julian Assange La décision de la justice britannique concernant le recours de Julian Assange sur son extradition aux États-Unis, autorisée en avril 2022, a été mise en délibérée mercredi 21 février. Le journaliste risque jusqu’à 175 ans de prison pour espionnage si cette extradition venait à être approuvée, dans ce que ses avocats dénoncent par avance comme un procès politique. Poursuivi pour traîtrise suite à l’affaire Wikileaks, Assange a obtenu l’asile politique à l’ambassade d’Équateur au Royaume-Uni, avant de perdre ce statut et d’être incarcéré. Plusieurs ONG, dont Amnesty international et RSF, considèrent que les poursuites contre Julian Assange portent gravement atteinte à la liberté de la presse.
Ramses
 



#liberta’ #espressione #giornalismo 
#Assange 
Mauro Biani

 FREE ASSANGE 
by Randall Enos, Easton, CT
https://politicalcartoons.com/cartoon/282737


Inizia oggi l'ultima e decisiva udienza sul caso dell'estradizione di Julian Assange negli Usa. Se Julian Assange venisse estradato e imprigionato, ciò potrebbe non essere positivo per la libertà di stampa in tutto il mondo
Firuz Kutal 20/02/2024





 Biden, Navalny, Assange 
by Rainer Hachfeld, Germany, 

PoliticalCartoons.com https://politicalcartoons.com/cartoon/282760



Eroi
GIO / Mariagrazia Quaranta 





Navalny / Assange 
by NEMØ, 
Politicalcartoons.com https://politicalcartoons.com/cartoon/282871



Assange Extradition 
by Tchavdar Nikolov, 
Prass Press https://politicalcartoons.com/cartoon/282877

Julian Assange 
by Arend van Dam, 
politicalcartoons.com https://politicalcartoons.com/cartoon/283017




by Paolo Lombardi



by Fogliazza













La lunga saga legale di Assange
Nel 2018 Julian Assange era stato accusato dagli Stati Uniti di complicità nell'hacking di computer governativi. Nel 2019 si erano aggiunte altre 17 accuse di violazione dell'Espionage act del 1917.

Assange, però, dal 2012 si era rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador di Londra, che aveva accettato di dargli asilo politico. Nel 2018 l'Ecuador gli aveva persino dato la cittadinanza, con l'obiettivo di farlo andare via dal Regno Unito come diplomatico.

Poi nell'aprile del 2019, dopo che l'Ecuador aveva revocato la cittadinanza con la promessa britannica che il giornalista non sarebbe stato estradato, era stato immediatamente arrestato dalla polizia londinese per aver violato la libertà su cauzione nel 2010. 

A quel punto gli Stati Uniti ne avevano chiesto l’estradizione, ma il tribunale penale di Londra aveva rifiutato la richiesta, citando le condizioni di salute critiche di Assange, che soffre di depressione e che secondo gli psichiatri ha tendenze suicide.

Gli Stati Uniti avevano quindi presentato ricorso all’Alta corte di Londra, che lo aveva accolto dopo aver ricevuto garanzie sul trattamento che avrebbero riservato al giornalista. A sua volta Assange aveva presentato ricorso, che però era stato respinto. 

Il caso era quindi passato al ministero dell’Interno, che nel giugno del 2022aveva firmato l'ordine di estradizione. Assange aveva presentato nuovamente ricorso, il che ci porta all'udienza definitiva di questa settimana.

Se i giudici si pronunceranno contro Assange, l'ultima spiaggia per lui sarà rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo, ma i suoi sostenitori temono che possa essere messo su un aereo per gli Stati Uniti prima che possa intervenire il tribunale del Consiglio d'Europa. 

Se Assange dovesse essere estradato negli Stati Uniti e venisse condannato per tutte le accuse a suo carico, rischierebbe una pena detentiva fino a 175 anni.

giovedì 26 ottobre 2023

Il Guardian censura e mette in panchina Steve Bell

By Pagina 21 

Il caso Steve Bell: vignette politiche versus censura e propaganda una battaglia persa?

SCRITTO DA THIERRY VISSOL 25 OTTOBRE 2023

Il 9 ottobre 2023, Steve Bell, famoso vignettista editoriale del quotidiano britannico The Guardian da 42 anni, non solo si è visto rifiutare una vignetta considerata antisemita, ma è stato notificato che nessuna delle sue vignette sarebbe stata pubblicata fino alla scadenza del suo contratto nel maggio 2024. Un contratto che, ovviamente, non sarà rinnovato.

Il motivo? Una satira del primo ministro israeliano Binyamin Netanyahu, quella che compare in testa a questo articolo. Quest’ultima è una caricatura nel solito stile di Bell, se il lettore ricorda il modo in cui per decenni ha ritratto l’attuale re d’Inghilterra o i politici britannici e altri personaggi sul Guardian: grandi orecchie, grande naso. Lo dimostra la lettura del suo ultimo libro, L’arazzo di Windsor, di cui ho scritto con ammirazione nel mio articolo su Pagina21 del 30 settembre, dopo aver incontrato Steve Bell a Saint-Just-Le Martel.

Questo disegno non ha nulla da essere paragonato ai disegni satirici degli ebrei prodotti dalla propaganda nazista. Anzi, sembrerebbe piuttosto un ritratto assai realistico per una caricatura, se ci atteniamo ai codici di esagerazione e alle tecniche utilizzate in questo tipo di disegno. Nella mano destra tiene un bisturi con cui sembra pronto a tagliare una linea tratteggiata che rappresenta la mappa della Striscia di Gaza sul suo stomaco. Tuttavia, le sue mani indossano guantoni da boxe, che ovviamente renderanno difficile l’operazione. Il suo sguardo determinato dimostra che è pronto a tutto. Il disegno è accompagnato da un testo «Abitanti di Gaza andate via immediatamente», riportando l’ordine di Netanyahu alla metà della popolazione della Striscia di Gaza, sotto assedio totale.

lunedì 25 settembre 2023

Tawfiq Omrane arrestato in Tunisia per una vignetta satirica

 By Pagina21


OMRANE - (Tunisie / Tunisia)

Quotas - Nahdhawi (du parti Ennahdha) - Tunisien - Nidaï (du parti Nidaa Tounes)


Mentre diversi Paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia e la Presidente della Commissione europea, continuano a impegnarsi per negoziare un accordo con la Tunisia per arginare i flussi migratori; mentre i vignettisti del centro Librexpression/Libex discutevano a Lector In Fabula del ruolo dei vignettisti di stampa nell’informare l’opinione pubblica e delle minacce di tutti tipi che subiscono – anche nei Paesi cosiddetti democratici – il nostro amico Tawfiq Omrane, membro tunisino del comitato scientifico di Librexpression/Libex, è stato arrestato dalla polizia tunisina il 21 settembre. Rilasciato sotto sorveglianza, è stato deferito al Tribunale di prima istanza di Tunisi, lunedì 25 settembre.

Il suo reato: aver pubblicato una vignetta (appena) satirica sul Primo ministro tunisino, Ahmed Hachani, sempre più autocratico.

Tutti i membri del Comitato scientifico di Libex, i vignettisti presenti al Festival e Pagina’21 protestano contro questi arresti arbitrari e offrono il loro sostegno a Tawfiq. Si rammaricano del fatto che la notizia dell’arresto arbitrario di un oppositore del presidente Saied rimarrà al livello delle associazioni di vignettisti e di difesa della libertà di espressione. Una notizia che senza dubbio non sarà diffusa dai nostri media, impedendo così ai cittadini europei di capire la vera natura del regime di Saied.

SCRITTO DA THIERRY VISSOL 23 SETTEMBRE 2023




Tawfiq Omrane (Tunisia). Vignettista politico. Conosciuto dagli anni ’80 per le sue vignette politiche nei circoli di opposizione della sinistra prima che gli fosse vietato esercitare la sua professione sotto il regime di Ben Ali. Il suo gufo, cugino di Minerva, non si allontana fino alla caduta della dittatura, la sera del 14 gennaio 2011. Da allora ha lavorato in Tunisia con i giornali Sawt Echaâb, Aljomhourya, e i siti web di Radio Kalima e Radio Express Fm. In Francia, pubblica su CQFD e The Dissident. Ha partecipato a vari festival in Tunisia, Francia, Egitto e Camerun, nonché eventi, tra cui la riunione internazionale dei cartoonisti a Caen e disegni dal vivo per il vertice euro-arabo all’UNESCO – Parigi. Premio Academia per la Caricatura – Tunisia 2014. Ambasciatore di United Sketches in Tunisia. Membro del Consiglio scientifico di Librexpression.



Aggiungo al bel articolo di Vissol qualche altro cartoon di Tawfiq Omrane:




Tawfiq Omrane 14 December 2013

Burned alive (Palestinian infant was burned alive by Zionist.)

https://cartoonmovement.com/cartoon/burned-alive


Femme de Menage, en otage
Tawfiq Omrane 15/11/22

OMRANE - Ciseaux



OMRANE - Classes sociales





By Cartooning for peace

Il famoso fumettista tunisino Tawfiq Omrane è stato arrestato a causa della sua vignetta e di un fotomontaggio e poi rilasciato provvisoriamente.

Tawfiq Omrane , membro di Cartooning for Peace, è stato arrestato (articolo in francese)  nel tardo pomeriggio del 21 settembre 2023 a casa sua prima di essere portato alla sede del distretto di sicurezza nazionale di Mégrine (articolo in francese) dove è stato interrogato per 3 ore. Messo in detenzione presso il centro di Bouchoucha in seguito a questo interrogatorio, è stato finalmente rilasciato provvisoriamente più tardi quella notte. Lunedì 25 settembre dovrà comparire davanti al Tribunale di prima istanza di Tunisi 1.

Secondo le dichiarazioni rilasciate dal suo avvocato (articolo in francese) , Ayachi Hammami, all'Agence France-Presse (AFP ), il fumettista è accusato di "danneggiare altri" sulle piattaforme dei social media. Le due vignette incriminate sono state pubblicate il 4 e il 7 agosto sui social media del vignettista , e avevano lo scopo di prendere in giro la recente nomina di Ahmed Hachani a capo del governo. Secondo Le Monde , “in tono caustico, Tawfiq Omrane ha sottolineato la mancanza di esperienza del nuovo inquilino della Kasbah così come le sue limitate prerogative nei confronti del presidente tunisino Kaïs Saïed”.

Vignetta a sinistra: “Io nomino i membri del governo e tu sei il capo della… Kasbah (un gioco di parole sulla parola Kasbah, capo del governo e idiota)”.

Vignetta a destra: “Un pensionato che riempie il suo tempo libero con pubblicazioni beffarde si ritrova improvvisamente capo del governo. Ciò dimostra semplicemente che i tempi sono in fermento!”


Il Syndicat National des Journalistes Tunisiens (SNJT) ha reagito prontamente all'arresto del fumettista Tawfiq Omrane il 21 settembre, descrivendo l'indagine contro di lui come “assurda, repressiva e abusiva” e “danneggiante l'immagine della Tunisia nel mondo”. Molti utenti di Internet hanno condiviso le vignette di Tawfiq in segno di sostegno e il suo arresto ha ricevuto un'enorme copertura mediatica.

La libertà di espressione e di stampa è in costante declino in Tunisia, che è scesa dal 94esimo al 121esimo posto su 180 nell'indice mondiale della libertà di stampa del 2023 pubblicato da Reporter Senza Frontiere (RSF). Nel 2022, Cartooning for Peace , come molti altri, è stato preoccupato dalla pubblicazione del decreto legge n. 2022-54 sulla “lotta ai reati relativi ai sistemi di informazione e comunicazione”, che da allora ha portato all’arresto di diversi giornalisti.

Il suo collega -Z- , ricordando che diversi giornalisti sono stati arrestati, ritiene che “il suo arresto è un'ulteriore testimonianza del fatto che in Tunisia una spada di Damocle pende su chiunque osi pronunciarsi contro il governo di Kaïs Chékla il Primo ”.

Ricordando che la satira non è un reato ed esprimendo solidarietà al vignettista, Cartooning for Peace condanna fermamente le condizioni del suo arresto e chiede che venga archiviata l'accusa contro il vignettista.

giovedì 2 marzo 2023

Concorso: 23st World Press Freedom Canada International Editorial Cartoon

 



Free speech or free for all

Intimidation and disinformation have become weapons in the arsenal of politicians and those who seek to control the media narrative.
Donald Trump’s rude behaviour and open disdain for rivals, the media and government institutions has encouraged others, such as Jair Borsonaro, to emulate him.

On average, Trump lied twenty times per day on Twitter and Facebook, bypassing mainstream media organizations that are responsible for checking facts.

Social media companies profit by creating algorithms that divide us and reward fear and anger, rather than accurate information.

Has mainstream media been derelict in its mission as it struggles to remain profitable? How can we filter abuse without curtailing free speech? And if that is at all possible, who would moderate the moderators?

Competition rules

Three prizes will be awarded:
  • First prize worth $1500 plus a Certificate from the Canadian Commission for UNESCO
  • Second prize worth $750
  • Third prize worth $500
All sums are in Canadian dollars. 

Ten additional cartoons will receive an Award of Excellence, which are not remunerated.

Only one cartoon may be submitted by each participant, either in colour or black and white, but must not have won an award previously.

World Press Freedom Canada reserves the right to use the winning cartoons for promotion of the Cartoon Competition.

The winners of the Cartoon Competition will be announced on World Press Freedom Day on Thursday May 3, 2023 and will be advised by e-mail.

The winner’s names and their cartoons will be posted on our website.

The deadline for reception of the cartoon is midnight (Eastern Daylight Saving Time), Friday, April 7, 2023.



Libertà di parola o libertà per tutti

L' intimidazione e la disinformazione sono diventate armi nell'arsenale dei politici e di coloro che cercano di controllare la narrativa dei media.
Il comportamento maleducato di Donald Trump e l'aperto disprezzo per i rivali, i media e le istituzioni governative hanno incoraggiato altri, come Jair Borsonaro, a emularlo.

In media, Trump ha mentito venti volte al giorno su Twitter e Facebook, scavalcando le principali organizzazioni dei media che sono responsabili del controllo dei fatti.

Le società di social media traggono profitto creando algoritmi che ci dividono e premiano la paura e la rabbia, piuttosto che informazioni accurate.

I media mainstream sono stati abbandonati nella loro missione mentre lottano per rimanere redditizi? Come possiamo filtrare gli abusi senza limitare la libertà di parola? E se ciò fosse possibile, chi modererebbe i moderatori?

Regole di concorrenza

Saranno assegnati tre premi:
  • Primo premio del valore di $ 1500 più un certificato della Commissione canadese per l'UNESCO
  • Secondo premio del valore di $ 750
  • Terzo premio del valore di $ 500
Tutte le somme sono in dollari canadesi.

Altri dieci cartoni animati riceveranno un premio di eccellenza, che non viene remunerato.

Ogni partecipante può presentare una sola vignetta , a colori o in bianco e nero, ma non deve aver vinto un premio in precedenza.

World Press Freedom Canada si riserva il diritto di utilizzare le vignette vincitrici per la promozione del Cartoon Competition.

I vincitori del Cartoon Competition saranno annunciati in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa giovedì 3 maggio 2023 e saranno avvisati via e-mail.

I nomi dei vincitori e le loro vignette saranno pubblicati sul nostro sito web .

Il termine ultimo per la ricezione del cartone animato è la mezzanotte (Eastern Daylight Saving Time), venerdì 7 aprile 2023 .

Si prega di inviare il fumetto a : https://worldpressfreedomcanada.ca/cartoon-submissions/





martedì 10 gennaio 2023

Cattivo giornalismo italiano


Paolo Lombardi
8 January 2023
Disinformation, the Italian media
My experience with the Italian media
https://cartoonmovement.com/cartoon/disinformation-italian-media


Nei giorni scorsi è uscito un numero speciale di Charlie Hebdo coi vincitori del concorso Mullah Get Out. In copertina alcune delle vignette vincitrici tra cui una di un disegnatore italiano, Paolo Lombardi. 

La notizia è stata riportata dai media italiani nel peggiore dei modi possibili. Hanno riportato false interviste, false notizie , fake news insomma solo per avere più visibilità. 

Sul blog Cartoon Movement, Emanuele Del Rosso riporta il tutto e spiega come Paolo Lombardi,  ora sia messo in pericolo a causa dello pseudogiornalismo italiano. 


BY CARTOON MOVEMENT

 Lo pseudogiornalismo mette in pericolo un cartoonist.

6 gennaio 2023

By Emanuele Del Rosso

Questo è un editoriale sul giornalismo povero e su Charlie Hebdo. Ma - mi dispiace deludere - non è un'altra sfuriata contro la rivista satirica francese. La storia è un'altra, e si svolge in Italia.

Concorso ; Mullahs Get Out 

Il 4 gennaio Charlie Hebdo ha pubblicato un numero speciale dedicato ai mullah, prendendo di mira in particolare Ali Khamenei, leader spirituale dell'Iran dal 1989. Il numero contiene, accanto al consueto contenuto dello staff, 35 vignette , i vincitori di un concorso chiamato Mullahs Get Out .



Uno dei 35 cartoni selezionati è stato realizzato da un collega artista italiano, Paolo Lombardi. La vignetta compare anche in prima pagina del numero, in quanto è un'opera piuttosto incisiva, in linea con lo stile di Charlie. Ho visto poi il lavoro di Paolo diventare virale, postato e ripostato in giro per il web, usato sia per sostenere la causa dei manifestanti iraniani sia per mettere alla berlina Paolo e Charlie Hebdo.

Ovviamente, la pubblicazione di quelle vignette non è piaciuta al regime iraniano. Sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali e minacce di ritorsioni. Tutti ricordiamo quanto accaduto nel 2015 negli uffici di Charlie Hebdo e, prima ancora, nel 2005, la polemica scatenata dal Jyllands Posten per la serie di vignette contro il profeta Maometto.

La situazione è tesa e piuttosto instabile.

Guidare le notizie per un mucchio di clic

Nel mezzo di tali polemiche, giornali e canali televisivi italiani come La Stampa, SkyNews24, Open, La Nazione e altri media minori, hanno pubblicato articoli in cui si spiega che Paolo Lombardi ha ricevuto minacce e che ora è sotto la protezione della polizia. 

Naturalmente mi sono rivolto a lui per offrirgli il mio sostegno. Inoltre uno dei miei cartoon è stato selezionato anche da Charlie Hebdo, e la mia famiglia era preoccupata per la situazione. Avevo voglia di parlarne con lui, per sentire come andavano le cose e magari chiedere un consiglio. Gli ho anche suggerito di contattare Cartoonists Right Network International, un'organizzazione no-profit che si occupa della sicurezza dei disegnatori.

Con mia grande sorpresa, Paolo mi ha detto che è tutto falso .

Non è mai stato minacciato e non ha mai parlato con i giornali che hanno pubblicato articoli sul suo pericolo. Ma ci sono dichiarazioni da parte tua, ho detto! Mi ha detto che li hanno presi da un'intervista che ha rilasciato ieri per un piccolo giornale locale, durante la quale non ha assolutamente mai detto di essere stato minacciato.

Adesso sta cercando di far ritrattare o modificare dai media i loro articoli, chiaramente scritti per clickbait e per cavalcare una polemica che - se mai è esistita - non appartiene nemmeno all'Italia.

Dalla nostra conversazione su Facebook: "Ho detto ai giornalisti che mi hanno chiamato che devono pubblicare che non sono mai stato minacciato, ma non l'hanno fatto... A loro interessa solo intervistare il vignettista in pericolo... mi stanno mettendo in pericolo con i loro articoli .”

Questo pseudo-giornalismo mette in pericolo i cartoonist.

Fare il disegnatore satirico è difficile, è un mestiere duro.

I media pubblicano regolarmente vignette ma non assumono più vignettisti del personale, quindi non sono lì per aiutare, nel caso in cui un vignettista venga minacciato o attaccato, fisicamente o verbalmente. I cartoon diventano virali, a volte vengono anche modificati, a volte vengono postati e discussi su piattaforme popolate da individui radicalizzati. Le paghe sono basse, la protezione è inesistente. In molti paesi i vignettisti non sono considerati giornalisti, sebbene siano esposti a tutti i rischi che i giornalisti corrono.

E poi, oltre a tutto questo, c'è il giornalismo di merda. Quello che inventa le notizie per cavalcare le onde della viralità mediatica, per portare un po' più di utenti sui siti dei giornali, per vendere qualche copia in più, per avere un po' più di visibilità. E oltre al giornalismo di merda, c'è il giornalismo che raccoglie notizie false e le ripubblica per portarle sulle spalle di una possibile esposizione. Non so nemmeno come chiamarlo.

Paolo non è mai stato minacciato e non ha mai parlato con i giornali che hanno pubblicato pezzi in cui affermava di essere in pericolo. Ha provato a far loro cambiare i loro articoli e non lo stanno ascoltando.

La notizia succosa è che un fumettista italiano è al centro di una situazione che coinvolge la libertà di stampa e un regime e un paese facilmente hashtaggabili, con un potenziale virale molto evidente.

Non importa se Paolo, o qualsiasi altro vignettista, è effettivamente messo in serio pericolo dal falso giornalismo. Il suo nome e il suo volto sono ormai ovunque, e questo può sicuramente attirare l'attenzione degli individui radicalizzati.

Ora è potenzialmente in pericolo a causa di questo pseudo-giornalismo.

Qualcuno dovrebbe fare un cartoon su questo. O meglio ancora, dovremmo lanciare un concorso: "Pseudo-Journalists Get out."



giovedì 26 maggio 2022

Lettera di protesta di 33 cartoonist al consiglio dei Premi Pulitzer

 from Bado



Dieci giorni dopo l'annuncio dei Premi Pulitzer 2022, 33 fumettisti che hanno vinto o sono stati finalisti per il premio hanno firmato una lettera aperta senza precedenti al Consiglio Pulitzer sulle recenti modifiche al premio.


Dopo aver ampliato silenziosamente i parametri della categoria Cartoonist editoriali nel 2020 per includere illustratori e reporter grafici, alla fine dello scorso anno il Board che presiede il processo di valutazione del più grande premio giornalistico ha ribattezzato la categoria "Reporting illustrato e commento". 

Questa mossa non annunciata è arrivata mesi dopo che il Comitato Pulitzer ha rifiutato di scegliere un vincitore tra i tre finalisti qualificati nel 2021 e 99 anni dopo la creazione della categoria "vignettista editoriale".

La scorsa settimana l'AAEC ha inviato una lettera al Consiglio del Pulitzer chiedendo il ripristino del premio, e ora quasi tre dozzine di destinatari del premio cercano collettivamente la stessa cosa. Ecco la loro lettera nella sua interezza.

martedì 3 maggio 2022

Premio: 22th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition

 Da Bado's blog

First Prize: Marilena Nardi, Italy

The jury, composed of the members of World Press Freedom Canada, met on April 14 to select the winners of the 22th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition.

The theme, this year, was "Silence is golden".


Second Prize: Patrick Lamontagne, Canada

Third Prize: Tošo Borković, Serbia

Awards of Excellence

Anas Lakkis, Lebanon

Brady Izquierdo Rodríguez, Cuba

Dimitris Georgopalis, Greece

Erkin Ergin, Turkey

Izabela Kowalska-Wieczorek, Poland

José Rubio Malagón, Spain

Kap, Spain

Marcin Bondarowicz, Poland

Prawit Mongkolnowrut (Pw Pss), Thailand

Tim Campbell, USA

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Oggi, giornata mondiale della libertà di stampa sono stati comunicati i nomi dei vincitori del 22th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition. 

Primo premio alla cara Marilena Nardi.

Congratulazioni a tutti i vincitori e alla giuria ed al suo presidente Bado /Guy Badeaux.

sabato 29 maggio 2021

La Bielorussia dirotta aereo per arrestare un giornalista.

 


Sanctions. 

Tjeerd Royaards

#Lukashenko #Belarus #Ryanair #Protasevich #Europeà


Domenica 24 maggio la Bielorussia ha dirottato un aereo di linea per arrestare Roman Protasevich, giornalista e attivista oppositore del regime.

La Bielorussia lo aveva inserito nella lista di persone “coinvolte in attività terroristiche”, e ora lo ha fatto arrestare. Il giornalista oppositore del presidente bielorusso Alexander Lukashenko era in volo verso Vilnius da Atene ma non è mai atterrato nella capitale della Lituania. Dopo una falsa allerta bomba, il suo aereo Ryanair è stato dirottato su Minsk scortato da un caccia Mig 29. Qui l’ex caporedattore del canale telegram Nexta è stato arrestato.

Dopo alcune ore il volo è ripartito per Vilnius dove è finalmente atterrato ma senza il dissidente a bordo. Mancherebbero all'appello anche altri cinque passeggeri.

Ora il giornalista rischia la pena di morte.

L'Europa deve intervenire. Il fatto è di una gravità inaudita.



Domenica pomeriggio le autorità bielorusse hanno intercettato, usando anche un caccia militare, un volo #Ryanair dalla Grecia alla Lituania (entrambi paesi dell'Unione Europea) facendolo poi atterrare in territorio bielorusso. La scusa usata per costringere il volo ad atterrare a Minsk è stata la segnalazione una bomba a bordo dell'aereo.

In realtà l'obiettivo era il ventiseienne #RomanProtasevich, blogger e giornalista oppositore di #Lukashenko e del governo bielorusso.

Il giornalista, fuggito dalla Bielorussia nel 2019 per timore di ritorsioni per il proprio lavoro, è stato arrestato e incarcerato. Rischia una condanna superiore ai 15 anni di detenzione.

La comunità internazionale ha sollevato forti critiche all'operato del governo bielorusso e ha chiesto la liberazione del giornalista arrestato. Molto forte anche la reazione dell'Unione Europea e di diversi leader dei paesi membri.

La #Russia è una delle poche nazioni che hanno ufficialmente difeso l'operato della #Bielorussia.

#Dittature #libertàdistampa

Tartarotti


Un aereo in volo da Atene a Vilnius dirottato a #Minsk per arrestare il giornalista #Protasevich.
Un atto di terrorismo. L'ennesimo crimine di #Lukashenko.
L'Ue e la comunità internazionale si devono impegnare con maggiore forza per riaffermare la democrazia in #Bielorussia.
Durando


Bielorussia, Minsk mostra il dissidente arrestato in video: “Sto bene, collaboro”. “Ora rischia la pena di morte”
“L’attivista, tuttavia, sembra mostrare segni di percosse sul volto. Nel video Protasevich appare calmo ma sul lato destro della fronte si può scorgere chiaramente una macchia, che molti osservatori definiscono un livido e potrebbe essere il segno di percosse.
Durando

Marian Kamensky
25 May 2021
Lukashenko
The EU has decided to ban Belarusian airlines from European skies after a flight was diverted to Minsk on Sunday and an dissident journalist arrested.



On time.
#Belarus
#Lukashenko
#Pratasevich
#minsk
#eucouncil 
#euco
Niels Bojesen

protected/unprotected species 
by Joep Bertrams, The Netherlands

master and pupil 
by Joep Bertrams, The Netherlands

State terrorism of Belarus 
by Vladimir Kazanevsky, Ukraine, PoliticalCartoons.com



Hall (Etats-Unis / USA)
"La censure de la presse, à la manière biélorusse..."


Chappatte (Suisse / Switzerland), Le Temps
"Aéroport de Minsk"



Hilal Özcan (Turquie / Turkey)


News bielorusse
 Lukashenko non si smentisce. Il dirottamento dell'aereo della Ryan Air per arrestare il giornalista dissidente Roman Protasevich è un'ulteriore manifestazione di spregio dei diritti umani e di indifferenza verso l'opinione pubblica mondiale. 
Gianfranco Uber




Io son più tranquillo. #Lukaschenko #Lukashenko #Bielorussia #Ryanair #putin
Boscarol


Bielorussia, dobbiamo reagire a un attentato: le parole non bastano più

di Roberto Saviano

Siamo a un punto di non ritorno. L’Europa deve agire ora contro l’arbitrio di Lukashenko. Agire e non solo manifestare indignazione. Fino a quando un dittatore del genere potrà decidere didirottare un aereo per zittire chi lo contesta, nessuno di noi sarà al sicuro. Se fino a questo momento avete considerato ciò che accade in Bielorussia lontano, vi invito a guardare le cose diversamente. Lukashenko per l’Europa è un pericolo al pari di chi ha compiuto azioni terroristiche ai danni della comunità. Ricordate quando, devastati dalle immagini degli attentati, ci interrogavamo su cosa significasse avere paura di vivere il quotidiano? Erano prese di mira attività del tutto normali come andare allo stadio, in chiesa, a un concerto, sul lungomare. E il pensiero forte era: sebbene tutto possa accadere all’improvviso, nonostante la consapevolezza che non siamo in grado di capire da dove il pericolo possa arrivare, decidiamo di non avere paura e di andare incontro alla vita. L’alternativa: terrore e paralisi. E noi, l’Europa, non abbiamo voluto cedere.

Il pensiero dell’11 settembre

Ma ricordate, vero, dove questo terrore ebbe inizio? Dal dirottamento dei voli dell’11 settembre 2001, una giornata che ha cambiato per sempre il volto del nostro mondo. Ebbene, avendo in mente quel giorno riflettiamo su ciò che è accaduto domenica 23 maggio. Non si è trattato di un evento inatteso, ma di un atto intimidatorio, antidemocratico e violento ad opera di un politico corrotto, a capo di una piramide di potere che non ha più alcuna legittimazione popolare. Domenica 23 maggio, tutta l’Europa — e non solo i passeggeri del volo dirottato e gli attivisti arrestati — è stata vittima di un attentato terroristico di Stato. Un volo Ryanair partito da Atene e diretto a Vilnius, in Lituania, è stato dirottato a Minsk, in Bielorussia, per ordine di Lukashenko perché a bordo, tra i 171 passeggeri, c’erano due persone che andavano fermate, intimidite, ridotte al silenzio. E perché quella azione potesse, nel suo essere un atto di forza arbitrario, fungere da monito per tutti i dissidenti bielorussi: non sarete al sicuro mai, nemmeno se scegliete l’autoesilio. Ma quell’atto gravissimo è stato anche un messaggio forte lanciato da Lukashenko all’Europa: per conservare i miei privilegi sono pronto a tutto.

Chi rischia la pena di morte

I dissidenti arrestati sono Roman Protasevich, un giornalista di 26 anni, e Sofia Sapega, la sua compagna, una cittadina russa di 23. Sapega era diretta a Vilnius dove frequenta un master, mentre Protasevich — l’obiettivo principale — lavora per Nexta TV, di cui è cofondatore, un canale Telegram che organizza proteste contro Lukashenko. Protasevich rischia la pena di morte con la più grave delle accuse, grave per un regime che non tollera oppositori: terrorismo e incitamento alla rivolta. L’Europa deve strappare dalle maglie di un presidente assassino chi prova a cambiare le cose. È un atto dovuto. E Svetlana Tikhanovskaya, anche lei in esilio, ci mette in guardia: bisogna far presto a liberare Protasevich perché in Bielorussia rischia la vita. I leader europei stanno commentando l’accaduto. Il ministro degli Esteri Di Maio invita l’Europa all’unità contro l’arroganza di «certi Stati». La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen minaccia conseguenze per la Bielorussia; il presidente del Parlamento europeo David Sassoli chiede spiegazioni immediate; l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell chiede la liberazione immediata di Protasevich e Sapega.

Parole

Ma se queste affermazioni resteranno solo parole, dovremo abituarci a vivere di intimidazioni; dovremo mettere in conto di essere in balia del potere di satrapi che non accettano di perdere le elezioni e che alla sconfitta preferiscono la guerra civile. L’Europa non ha scelta, deve prendere una decisione e deve farlo subito perché Lukashenko, usando un jet Mig-29 per affiancare e dirottare un volo civile, ha compiuto un atto di guerra contro l’Europa; perché Lukashenko mentendo sulla presenza di esplosivo a bordo, ha compiuto un atto di guerra contro l’Europa. La Ue ha la sua forza nella democrazia, nelle decisioni ponderate prese a salvaguardia della vita. E ora in gioco c’è tantissimo. L’Europa, unita, intervenga a sostegno del popolo bielorusso, in difesa della libertà, intervenga per difendere i cittadini europei o chiunque si trovi sul suolo europeo e che, come i 171 passeggeri del volo Ryanair, sono in balia di un potere che non ha più legittimità e che la cerca a oltranza nella violenza, nel terrore e nella minaccia di Stato.