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lunedì 5 giugno 2017

Attenzione curve pericolose




Curve pericolose
La notizia del  bacio della mano al capobastone della ndrangheta finalmente "estratto" dopo anni di latitanza dal suo nascondiglio (casa sua), giustamente oscurata dai fatti tragici del terrorismo, è di quelle che rimangono poco nelle prime pagine e nelle home pages.
Attenzione però: l'endemica situazione di precarietà e disoccupazione rischia di far crescere la riconoscenza verso i pochi datori di lavoro.
E, come diceva Sciascia, la linea della palma si alza costantemente.
Gianfranco Uber




Gesti d'affetto
"BACIAMOLEMANI!!!"
Tiziano Riverso


Oggi lezione sul baciamano
Fulvio Fontana



REGGIO CALABRIA - 2 giugno 2017 - Dopo 23 anni di latitanza, sono scattate le manette per "U capra" Giuseppe Giorgi, considerato uno dei cinque latitanti più pericolosi d'Italia. Irreperibile dal '94 e attualmente considerato al vertice della famiglia Romeo "Staccu", il boss cinquantaseienne è stato arrestato questa mattina a San Luca, dopo quasi sei ore di perquisizione nella storica casa di famiglia, raggiunta e circondata nella notte da centinaia di carabinieri.

A sottolineare il 'prestigio' che Giorgi ancora ricopriva nella zona, all'uscita dalla casa dove era nascosto alcuni passanti si erano fermati e gli hanno baciato le mani, come mostra un video esclusivo mandato in onda dal Tg1.


La scena del baciamano fatto da un vicino al boss Giuseppe Giorgi dopo la cattura è "ignobile, ma non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato che anzi, in questa occasione, ha dato una straordinaria dimostrazione di forza". Lo ha detto all'ANSA il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. "I carabinieri che si abbracciano felici come bambini dopo l'arresto - ha aggiunto - sono la parte più bella di uno Stato efficiente in grado di catturare un latitante".



Festa della Repubblica
Cecigian

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Gratteri ha parlato agli studenti: «Dovete studiare, comportarvi bene, essere educati. A 18 anni donare il sangue e andare a trovare gli anziani nelle strutture. Solo da voi può giungere il vero segnale di cambiamento della Calabria! Noi ce la stiamo mettendo tutta».

Il Procuratore Capo di Catanzaro, la scorsa settimana, è stato ospite della sede Rai regionale per presentare il volume "L'inganno della mafia" (edito da Rai Eri), scritto in collaborazione con Antonio Nicaso, studioso dei fenomeni criminali.

Nicola Gratteri, dall'aprile del 2016 Procuratore della Repubblica del capoluogo della regione Calabria, ha spiegato come è nato il libro: «Tutto è iniziato quando abbiamo visto ragazzini delle scuole medie emulare protagonisti di fiction e film sulla mafia. Cit Maurizio Costanzo show. Il suo libro nasce anche dai racconti di noi docenti: "Molti insegnanti ci hanno raccontato che davanti alle scuole medie i bambini giocano a parlare, a vestirsi e ad avere soprannomi dei protagonisti mafiosi dei film e delle fiction" Il dramma è che i ragazzi, soprattutto in quell'età così difficile, non capiscono che non esiste la Mafia buona che crea posti di lavoro, che salva famiglie dal lastrico, e la Mafia cattiva che brucia bambini nell'acido, distrugge famiglie, fa pagare il pizzo a commercianti finché nella loro vita l'unica via d'uscita rimane il suicidio. L'emulazione è quell'atto, costituente esercizio di un diritto soggettivo, che non abbia altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri, configurandosi così come abuso del diritto. Pensiamo un attimo ai nostri ragazzi quanta televisione guardano: da pomeriggio con Uomini e Donne, per passare a telefilm dove la violenza è il leitmotiv della trama. Poi passano alle trasmissioni alimentate solo da delitti, assassini, criminalizzazioni di extra comunitari. Una televisione diseducativa dove appaiono noti sociologi, o psichiatri che danno la colpa alla Scuola di tutto il male che imperversa il mondo adolescenziale. E, non si rendono conto, che qualcuno di quei ragazzi li ascolta e a priori fa rimbalzare i problemi che lo attraversano, non attraverso il dialogo, ma nell'aggressività. In casa, a Scuola, con gli amici, con loro stessi. Pensiamo a come i nostri ragazzi vivono la "Scuola" di "Amici". Arrivano a pensare che quella è la vera Scuola. Non quella che ti dà la cultura per aver il diritto della scelta, ma quella che ti dà, una blanda occasione per poter apparire in un monitor. Non sapendo che si può spegnere, spegnendo anche tutti i loro sogni. Gratteri dice: Dovete studiare, comportarvi bene, essere educati. A 18 anni donare il sangue e andare a trovare gli anziani nelle strutture. Solo da voi può giungere il vero segnale di cambiamento della Calabria! Noi ce la stiamo mettendo tutta" Loro, sono procuratori che lottano non un giorno solo, ma tutta la vita per renderci liberi, per rendere cittadini quei ragazzi che giocano a fare i camorristi, Scarface, i Padrini. Forse proprio perché davanti ai Padrini del Paese, anche la Madonna guidata da uomini senza anima, la fanno inchinare per rendere grazie al "benefattore". L'invito di Gratteri assomiglia all'appello di Gramsci che diceva ai ragazzi: Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza." Non tutti avevano capito l'importanza di quelle parole, infatti ci troviamo davanti ad un Paese devastato dalla corruzione, da politici indagati, da mazzette che aprono le porte della malavita, un Paese che poteva essere un grande Paese, ma distrutto dalla mancanza di eticità e di morale. Il ruolo dell'Auditel, è diventato sovrano su ogni significato corretto che il mezzo televisivo dovrebbe trainare. La sua influenza su menti fragili può portare a pensare che lo status-quo di un ragazzo, debba essere il bullo, lo sfrontato, lo sbruffone. Quello che noi costruiamo a Scuola viene preso a picconate da una fiction qualsiasi.

Solo chi vive la realtà sul campo come Gratteri e tutti quegli eroi sconosciuti, possono capire il guasto morale che certe opere nate come denuncia, possono essere trasformate in macchiette, imitate non solo da chi vive nella feccia fino al collo, ma anche da ragazzi cresciuti senza problemi e in famiglie benestanti. Ho visto bambini, figli di gente " normali" esibirsi orgogliosamente col taglio dei capelli alla Genny Savastano. Nelle nostre patrie realtà abbiamo bisogno di innocenza e bellezza da insegnare e far imitare ai nostri figli e studenti. Gratteri ha poi posto l'attenzione sulla Scuola esponendo un concetto che noi insegnanti della Scuola pubblica affermiamo da tempo: "La mattina bisogna prima studiare, poi – ha detto – incontri e dibattiti sulla legalità si possono organizzare di pomeriggio. Oggi gli insegnanti sono poco pagati e poco valorizzati mentre il loro ruolo è fondamentale. I giovani vedono il ragazzetto con la macchina di grande cilindrata e lo considerano un mito, poi vedono l'insegnante con una utilitaria e lo considerano un morto di fame" E noi, dobbiamo continuare a lottare perché negli occhi di un ragazzino che vede un'insegnante che dalla mattina alla sera sta a Scuola, e magari non ha neanche la patente come me, si serve di mezzi pubblici, e continua a credere nelle Istituzioni, nell' agitazione dei nostri studenti, nel loro entusiasmo, nella loro forza e nella loro intelligenza, scelga il cambiamento, scelga la ragione, scelga la libertà. Ragazzi dobbiamo abbattere questo sistema: studiamo, pensiamo, curiamo l'ardore e la passione. Fottiamoli.

lunedì 22 maggio 2017

25 anni fa le stragi


25 anni attentato Falcone
© Gio /Maria Grazia Quaranta


23 maggio 1992, la strage di Capaci (Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, Vito Shifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro).

57 giorni dopo

19 luglio 1992, la strage di via D'Amelio ( Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina).

per non dimenticare...




Mauro Biani



A Giovanni Falcone e agli uomini della sua scorta.
#capaci
©  Romaniello


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Quei 57 giorni tra Falcone e Borsellino che cambiarono una generazione
Capaci, la strage dagli archivi ANSA

mercoledì 22 marzo 2017

XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie


 “Ci vuole una rivoluzione culturale, etica e sociale che ancora manca nel nostro Paese perché non è possibile che da secoli ancora parliamo di mafia” don Ciotti.


Fighting against all mafias    Marco De Angelis
Day of remembrance of the victims and engagement against Mafia.
21 Mar 2017
© Marco De Angelis


La Todopoderosa Mafia...
Para mas imagenes, ir a:
www.ramsesdrawing.com
©Ramsés Morales Izquierdo







Vittime di mafia
CeciGian


Infiltrazioni
CeciGian

ANTISEISMIC    Gianfranco Uber
The Earth trembles, the Mafia does'nt
29 Aug 2016

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martedì 15 novembre 2016

Emilia Romagna: "Mafie Sotto Casa"


Arriva “Mafie Sotto Casa”: il sito internet che mappa le mafie in Emilia Romagna

Sarà presentato in prima nazionale a Bagnacavallo (Ra), oggi 15 novembre alle ore 20.30 presso Palazzo Vecchio, il sito “Mafie Sotto Casa” frutto della collaborazione di oltre dieci associazioni del territorio emiliano-romagnolo, il sito mappa, mediante il supporto di GoogleMaps, oltre 240 fatti di criminalità comune ed organizzata in regione. Suggeriti da appositi segnalatori, realizzati da GianLorenzo Ingrami e Claudia Casamenti, sulla pagina web saranno indicati: omicidi, estorsioni, roghi dolosi, comuni sciolti per mafia, sorvegliati speciali, obblighi di dimora, operazioni di polizia, processi in corso, aziende escluse dalla white list per i lavori pubblici, beni confiscati alle mafie.
Il portale inoltre raccoglie quasi venti anni di rassegna stampa sul tema, ed in apposite sezioni mette a disposizione i dossier e gli approfondimenti elaborati nel corso degli ultimi anni ed utili alla comprensione del fenomeno mafioso in Emilia-Romagna.
Tutto il lavoro è stato realizzato in forma volontaria con lo scopo di fornire una cassetta degli attrezzi a chiunque vorrà, nel territorio, informarsi sulla presenza e sulle modalità di azione della criminalità organizzata. Valentina Giunta aprirà la serata di presentazione, Rebecca Righi, con il supporto multimediale di Chiara Tellarini, si occuperà di spiegare il contenuto del sito. Enza Leggieri e Sabrina Natali ne illustreranno le potenzialità di utilizzo nelle scuole e nel contrasto quotidiano alle mafie.
L’assessore regionale alla legalità Massimo Mezzetti porterà il saluto delle istituzioni, Ada Sangiorgi quello dell’amministrazione comunale di Bagnacavallo che ospita l’iniziativa, mentre ai FeV di Luca Taddia e Luca Caselli, in tour per il decimo anno di attività, è stato affidato l’accompagnamento musicale della serata.
Per info e contatti:
Rebecca Righi 3895135545
Gaetano Alessi 3389335728
Massimo Manzoli 3482969645


Le mafie non sono invisibili. Si fanno sentire. Bisogna solo saper leggere i segnali che il territorio manda.
Questa mappa tiene monitorate le diverse modalità con cui le organizzazioni criminali si rendono visibili sul nostro territorio.

Una mappa costruita dal basso, a partire dalla lettura delle carte giudiziarie, dalla rassegna stampa, dalle vostre segnalazioni. Per unire i puntini e vedere la faccia delle mafie.

venerdì 8 aprile 2016

Indignazione per l'intervista di Riina a Porta a Porta

Gava

« Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! »
Peppino Impastato

Peppino Impastato fece una radio, dove tutti i giorni lo diceva ad alta voce:
LA MAFIA È MERDA!!!
Nessuno l’ha mai chiamato in televisione.
L’hanno ammazzato il 9 maggio 1978



Il 7 aprile 2016 il figlio di Toto Riina è ospitato a Porta a Porta a presentare il suo libro.



Porta a Porta
Cecigian



Puntatotona
Tiziano Riverso



 Far parlare congiunti di Reina non ha alcun senso se non di spazzare la residua credibilità della televisione pubblica e offendere il paese.

Vespa consiglia di usare il telecomando se qualcosa non vi piace.
La stessa cosa che faceva Brusca.
[cit.]
Certo...cosa che faccio regolarmente...peccato che sia costretta pagare il canone per mantenere una montagna di immondizia.


Mario Airaghi




Sulla questione è intervenuto anche Pietro Grasso. Il presidente del Senato commenta su Twitter: «Non mi interessa se le mani di #Riina accarezzavano i figli, sono le stesse macchiate di sangue innocente. Non guarderò @RaiPortaaPorta». «In 20 anni di Porta a Porta Vespa non si è mai occupato del delitto di Piersanti Mattarella e non ha mai invitato in studio il fratello, oggi presidente della Repubblica. Adesso invita il figlio del carnefice. È questo il nuovo servizio pubblico?», si chiede il deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi. Interviene anche Ernesto Magorno, deputato Pd e componente dell’Antimafia: «La Rai ascolti l’appello della presidente Bindi e ci ripensi. La presidente e il direttore generale della Rai intervengano. C’è il rischio che proprio dalla prima rete del servizio pubblico il figlio del boss mandi messaggi e segnali di natura inquietante e inaccettabile. Siamo sicuri che sia questo il tipo di giornalismo di cui ha bisogno il servizio pubblico?».



Salvatore Borsellino batte Salvo Riina con un post su Facebook: 7 milioni di utenti contro 1 milione di telespettatori
Tiziano Riverso






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Mafia: bufera per l'intervista di Vespa a Riina jr a Porta a Porta. Vertici Rai: "Nessun negazionismo"
Dg azienda sentito insieme alla presidente Monica Maggioni in Antimafia
07 aprile ANSA

Presa di posizione del dg e della presidente della Rai Antonio Campo Dall'Orto e Monica Maggioni dopo le polemiche per l'intervista di Bruno Vespa. "Da noi nessun negazionismo", ha detto la Maggioni che ha però evidenziato che Riina jr ha dato in sostanza un'intervista da mafioso. Intanto il direttore ha fatto sapere che dal primo settembre ci sarà una supervisione giornalistica.

"Questa è una fase di transizione - ha detto Campo Dall'Orto - prima abbiamo deciso di occuparci della informazione giornalistica in senso stretto, cioè delle testate, e poi dal primo settembre bisognerà riuscire ad avere una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano. Da quel momento si dovrà decidere insieme". Lo dice il dg Rai Antonio Campo Dall'Orto in Commissione Antimafia rispondendo a domande sull' intervista di Riina jr ieri sera a Porta a Porta. Un punto sul quale arriva la secca replica del sindacato: "La chiusura della vicenda "Porta a Porta" non può consistere nell'invenzione della figura di un supervisore a priori dei contenuti giornalistici, in chiara violazione della legge e del contratto collettivo di lavoro". Lo affermano in una nota il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani.

"Nella storia della Rai - ha puntualizzato la Maggioni - non c'e' nessun negazionismo, da giornalista capisco l'attrazione per questa storia ma c'e' il contenuto e ci sono anche le responsabilità. Nel Paese la ferita della mafia non e' una ferita del passato, ma di oggi. E per questo serve attenzione al contesto. Intervenire a priori rimanda all'idea di censura ed e' difficile accettare l'idea di censura, nei confronti di un collega con una lunga storia professionale. Su certi temi vale la pena dilatare il confronto sul come si dicono le cose che resta fondamentale". "Nel risentire il racconto di Riina jr - ha detto ancora la Maggioni - molte cose sono insopportabili. Non rinnegare la storia del padre, ad esempio. In sostanza Riina dà una intervista da mafioso. La Rai non è però appiattibile su un'intervista, perché racconta giorno per giorno le storie delle vittime della mafia".

"Non sono stati fatti pagamenti. Le domande sono state fatte in libertà e la liberatoria è arrivata alla fine", ha detto Campo Dall'Orto in Commissione Antimafia, rispondendo ai parlamentari che gli chiedevano se Riina jr avesse ricevuto un compenso e quali erano state le modalità della liberatoria. "Abbiamo chiesto spiegazioni - replica la presidente dell'Antimafia Rosy Bindi - perché se il presidente del Senato deve dare prima la liberatoria e Riina la dà dopo qualche spiegazione ci deve essere data. Io firmo sempre prima quando vado in tv, mai dopo. Le liberatorie si danno sempre prima perché altrimenti si lascia il pallino in mano a chi la deve firmare dopo".

"Come editore principale del paese - ha detto anche il dg Rai -, supportiamo la lotta alla mafia con grande passione. L'azienda non ha nessun dubbio sul significato del servizio pubblico. Per questo abbiamo consegnato alla Commissione una cartella con tutto il lavoro fatto a sostegno della lotta alla mafia negli ultimi otto mesi".

La Commissione parlamentare Antimafia - dunque - ha convocato i vertici Rai, ovvero la presidente della Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto, per una audizione urgente sulla vicenda dell'intervista al figlio di Riina nella trasmissione Porta a Porta su Raiuno.

Il presidente del Senato Pietro Grasso, intervenendo alla Luiss, ha detto: "Io penso che il servizio pubblico non debba avere limiti all'informazione, ma deve imporre un diverso grado di responsabilità e di serietà. Non si può banalizzare la mafia, non si ci si deve prestare a operazioni commerciali e culturali di questo tipo, e una puntata riparatoria non giustifica, anzi sembra mettere sullo stesso piano il punto di vista della mafia e quello dello Stato".


Vespa
Franco Portinari

Rai: Vespa, tutto questo baccano mi sorprende e addolora
Segretario generale Cei Galantino torna sulle polemiche dopo la trasmissione: 'Non si possono fare queste cose per dare spettacolo'
"Tutto questo baccano mi sorprende e mi addolora". Lo ha affermato Bruno Vespa, intervenendo a Taranto al seminario 'Parole e Giustizia. Opinione pubblica, magistrati e giornalisti a confronto sul linguaggio della legge'. All'evento partecipano anche Gianrico Carofiglio (magistrato e scrittore), Giovanni Maria Flick (ex Ministro di Grazia e Giustizia e giurista), Maurizio Carbone (Pubblico Ministero), Giusi Fasano (giornalista). Parlando delle polemiche sorte per l'intervista a Salvo Riina, figlio del boss mafioso Totò Riina, durante la puntata di Porta a porta del 6 aprile, Vespa ha detto che "tutti hanno intervistato tutti. Tutti i capi mafia sono stati intervistati. Biagi ha intervistato Luciano Liggio e Sindona. Joe Marrazzo ha intervistato Piromalli e Cutolo. Non hanno risparmiato nessuno. Vespa intervista il figlio di Riina, non il boss Riina, e succede tutto questo bordello. Lascio a voi il commento". Il conduttore di Porta a Porta ha risposto anche a don Ciotti precisando che "Libera era stata invitata prima dell'intervista a Riina per mostrarci quello che loro hanno fatto con i beni sequestrati alla mafia e hanno detto di no. Poi abbiamo annunciato l'intervista a Salvo Riina e chiesto a don Ciotti di venire, ma ha detto di no. Sono contento che abbiamo avuto in trasmissione un importante rappresentante dell'associazione anti-pizzo".
"Mi sono rifiutato assolutamente di vedere la trasmissione" con ospite il figlio di Totò Riina e "qualora venissi invitato a 'Porta a Porta' non andrò per non sedere sulla stessa poltrona. Non ci andrò mai lì dentro. Non sono stato chiamato e spero che non mi chiamino mai. Non si possono fare queste cose per dare spettacolo". Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
"Sono uno di quelli - ha aggiunto mons. Galantino - che non ha visto e voluto vedere 'Porta a Porta'. Mi sembra che sia sacrosanta la protesta nei confronti della Rai e di alcuni giornalisti. Si può anche far andare il figlio di Riina in televisione ma non devono guidare le danze e fare loro lo show per spiegarci cosa non è la Mafia. Bisogna avere giornalisti intelligenti, non inginocchiati, che sappiano fare le domande che la gente vuole fare a queste persone. Non i perbenisti ma la gente che ha avuto danni gravi e parenti ammazzati. Abbiamo avuto tutti dei danni da questa gente".

martedì 25 agosto 2015

Roma: Funerale Casamonica

Cenerentola non esiste
Funerali a Roma.
Mauro Biani



LO SCHIAFFO IN CARROZZA
Indubbiamente l'esagerazione dei funerali del boss Casamonica è stato un modo per far vedere chi comanda ancora  in quel quartiere romano. E magari fosse solo nel quartiere!
Uber

martedì 28 ottobre 2014

La deposizione di Napolitano



martedì 28 ottobre 2014

LA DEPOSIZIONE
Oggi i Giudici di Palermo impegnati nel processo sulla presunta trattativa Stato/Mafia si recheranno al Quirinale per ascoltare Napolitano non già in qualità di Presidente della Repubblica ma per il semplice motivo che all'epoca dei fatti era il Ministro degli Interni. La procedura è abbastanza insolita ma, a mio avviso, lungi da poter essere considerata come una mancanza di rispetto verso il Capo dello Stato che come tale è anche il Presidente del C.S.M..
Gianfranco Uber

L'audizione
Tiziano Riverso



di Riccardo Mannelli per Il Fatto Quotidiano


di Riccardo Mannelli


Il padreterno della Patria
Mannelli


 
Rivelazioni
Trucco (Kurt)



Nota


GIORGIO NAPOLITANO DEPONE COME TESTIMONE SULLA TRATTATIVA STATO MAFIA

Perché i giudici di Palermo interrogano Napolitano


  • Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano è interrogato come testimone nel processo sulla trattativa tra stato e mafia.
  • La testimonianza davanti ai pubblici ministeri di Palermo avviene al Quirinale.
  • I magistrati indagano su presunti contatti tra istituzioni e Cosa nostra tra il 1992 e il 1993, dopo l’omicidio di Salvo Lima e le stragi di Capaci e di via D’Amelio, dove furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
  • Si ipotizza ci sia stato un accordo tra i vertici dello stato e i vertici della mafia siciliana che prevedeva la fine delle stragi in cambio di un’attenuazione delle misure detentive dell’articolo 41 bis dell’ordinamento carcerario italiano.

Il presidente è coinvolto nell’inchiesta per due elementi:

  • Le intercettazioni delle telefonate dell’allora ministro dell’interno Nicola Mancino, che chiedeva un appoggio contro i giudici siciliani che stavano valutando le accuse di falsa testimonianza;
  • Una lettera che Loris D’Ambrosio, suo ex consigliere giuridico, gli inviò nel giugno del 2012, due mesi prima di morire. Nel documento D’Ambrosio esprime il timore “di essere stato considerato l’utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi” e si dice amareggiato dalla campagna di stampa seguita alla pubblicazione delle intercettazioni delle sue telefonate con Mancino. D’Ambrosio presentò le sue dimissioni al presidente della repubblica, che le respinse.


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Conclusa la deposizione del presidente della repubblica

È terminata la deposizione del presidente della repubblica Giorgio Napolitano che ha testimoniato davanti alla corte d’assise di Palermo, trasferita a Roma, per il processo sulla trattativa tra stato e mafia.

La deposizione è durata tre ore, è cominciata intorno alle 10.40 ed è finita alle 13.40. Erano presenti i giudici della corte d’Assise e gli avvocati delle parti civili e degli imputati.

Secondo quanto dichiarato da un avvocato presente all’interrogatorio, il presidente della Repubblica ha risposto a diverse domande delle parti, anche ad alcune domande poste dal legale del boss mafioso Totò Riina.
In alcuni casi Napolitano si è avvalso della facoltà di non rispondere garantite alla sua carica di capo di stato. “La parola trattativa non è mai stata usata”, ha detto un legale della difesa.

Luca Cianferoni, legale del boss mafioso Totò Riina, ha detto a Sky, uscendo dal Quirinale:

La domanda a cui non ha risposto è quella sul collegamento fra sé medesimo e Scalfaro quando fece il discorso ‘non ci sto’, nel quale collegava i servizi segreti alle bombe. Ma non è stato un diniego di Napolitano ma della corte, che non ha ammesso la domanda.


Beppe Mora


Giannelli


...però il teste...
Mario Airaghi




Nessuna trattativa
Pietro Vanessi





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domenica 30 marzo 2014

LEGAL...MENTE il libro della satira contro le mafie e le ingiustizie, per la legalità


"LegalMente – parole, immagini, suoni: legalità e giustizia dalla A alla Z"
 
Firenze Sabato 5 Aprile alle ore 17 presso il Centro dei Congressi Spazio Reale.

Presentazione del libro Legal…Mente  

con la presenza di Tempesta Editore ed alcuni dei 94 autori (Tiziano Riverso, Leonardo Magliacano, Tullio Boi, Armando Lupini, Dario Di Simone, Franco Stivali, Umberto Romaniello, Donato Sammartino e Pietro Vanessi)

Con molto piacere vi comunico che l’iniziativa dei satirici per legalità e giustizia
che mi ha coinvolta personalmente
 è finalmente un libro!
legal...mente
e
sarà presentato nel corso della tre giorni di Firenze e precisamente

a Firenze, Sabato 5 Aprile alle ore 17,  presso il Centro dei Congressi Spazio Reale.

Per l’occasione sarà aperta la mostra dei disegni di Legal…Mente
 dove saranno
esposti gli elaborati degli autori.

copertina
Il ricavato della vendita del libro verrà devoluto all’ Associazione Nazionale Legalità e Giustizia (ANLG), a sostegno delle iniziative dell’associazione stessa. Libro e Mostra presentati ufficialmente a Firenze saranno a disposizione per chi ne facesse richiesta anche sul proprio territorio.


Prefazione del libro:


E’ stato tutto un giro di telefonate, Sergio Staino mi chiama e mi dice di sentirmi con Emiliano Poli, dell’Associazione Nazionale Legalità e Giustizia. Detto fatto, chiamo poi Leonardo Magliacano, poi ci sentiamo con Tullio Boi, Poi Dario, Carlo, Pietro, Andrea, Umberto…e tanti altri umoristi ancora.
All’inizio dovevano essere solo vignette. In concomitanza con questo però, stava nascendo tra noi disegnatori, l’esigenza di organizzarci in qualcosa di nostro. Da li a poco nacque l’idea di “ACIDUS”. Il nocciolo duro si trovò a Roma e prese a cuore il tutto.

Ma cosa centra A.N.L.G. con ACIDUS? direte voi. C’entra perchè intorno all’Associazione hanno incominciato a girare i nomi della satira, e da li è nata l’idea di realizzare il libro. Una serie di coincidenze e circostanze che hanno fatto si che un centinaio di nomi della satira provenienti da tutto lo stivale e alcuni anche dall’estero, avessero prestato la loro arte per i temi che Legalità e Giustizia da sempre sono importanti. E cosa c’è di meglio per un satirico che trattare questi temi: – la mafia- la legalità- la giustizia- diritti dell’uomo- il femminicidio- la diversità- i migranti- la costituzione- la corruzione- il diritto al gioco.
Sono i temi di tutti giorni, pane per i nostri denti, operazioni ad occhi chiusi, la satira ruota e continuerà a ruotare attorno a questi temi. Vogliamo ringraziare qui tutti, disegnatori, autori, professionisti ed esordienti. Vogliamo ringraziare l’ANLG , l’editore Tempesta che ci ha dato ed ha creduto in questa opportunità.
Andrea Chiminti che si è sbattuto a impaginare i capricci nostri. Ma soprattutto ricordate che grazie a tutti quelli che hanno contribuito , sarà possibile fare ancora cose nuove.
Tiziano Riverso





Postfazione del libro:
Alla fine ci siamo arrivati, tra fatiche , sbattimenti, accellerate e brusche frenate. Quello che era nell’aria da sempre si è felicemente coniugato: la legalità, la giustizia, la satira. Non poteva essere diversamente, chi si occupa di questi temi, prima o poi si incontra.
E l’incontro con A.N.L.G. ha fatto scaturire il messaggio che tutti gli autori che hanno contribuito a questa pubblicazione sono riusciti a comunicare con le immagini, le battute, gli scritti. Una bella cosa riunire così tanta gente sparsa sul territorio nazionale ed oltre per raccontare questo paese nel bene e nel male. La satira è il termometro della democrazia, disse qualcuno (io). A questo punto senza montarci la testa ci siamo resi conto che abbiamo fatto un buon lavoro e abbiamo dato un buon servizio alla comunità
Ogni lancia spezzata, ogni matita spezzata per la Legalità e la Giustizia, sono benvenute in queste pagine. State sereni.



Link Utili:
http://youtu.be/MTYvKB94nCc
http://www.produzionidalbasso.com/pdb_3368.html
http://www.legalitaegiustizia.it/
www.facebook.com/events/737354479608001/?fref=ts
www.facebook.com/legalitaegiustizia.it?fref=ts
Tempesta editore

Info:
Leo Magliacano:
cell: 340 0653908
mail: leo.magliacano@gmail.com
Tiziano Riverso:
cell: 338 4901168
mail:triverso@gmail.com
Tullio Boi
cell: 339 4535134
mail: tullioboi@gmail.com

Appuntamento:

Firenze SABATO 5 APRILE ORE 17. 00

Centro Congressi Spazio reale Via di San Donnino 4
San Donnino – Campi Bisenzio Firenze 

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Come anteprima del libro...et voilà ...eccovi il segnalibro ricordo dell'evento con tutti i nomi degli autori presenti in esso, che hanno svignettato e scritto...
Son più di 90 tutti bravi, belli e molto intelligenti, sparsi in 120 paginette dense di bei disegni e di interessanti scritti a proposito di legalità e giustizia ...
segnalibro
Hanno partecipato al progetto:
Accursio Arcangelo, Airaghi Mario, Allegra Gianni, Ardizzone Lello, Arosio Roberto (Pepito Sbazzeguti), Atrei Alessio, Atzei Corrado, Beduschi Giovanni, Bertuccioli Enrico, Biani Mauro, Biondi Enrico, Boccone Domenico, Bocchicchio Mario, Boi Tullio, Bruzzone Emiliano, Bucci Nicola (Bucnic), Burato Gianni, Campaner Angelo, Canciani Fabrizio, Caratto Luciano, Cardelli Giacomo, Cardinali Claudio, Careghi Athos, Ceriotti Pino, Chistè Moreno, Ciarallo Giuseppe, Climinti Andrea, Corraine Antonio, Corvi Lele, Crudele Carlo, Dal Ponte Paolo, De Angelis Olimpia, Di Simone Dario (Darix), Di Dino Vincenzo, Diliberto Emanuele (Nuele), Di Stefano Vladimiro (Diste), Donarelli Franco, Farina Anna Valentina, Festino Giuseppe, Fiadone Fabio, Fiamma Ivan (Sdrummelo), Foglia Gianluca (Fogliazza), Fontana Fulvio, Fusi Marco, Gatti Andrea, Gavagnin Marco (Gava), Grieco Rocco, Guarene Antonio, Iacono Giorgio, Ingrami Gianlorenzo (Ceci & Gian), Isca Emilio, Laurenzi Giulio, Lupini Armando, Magliacano Leo, Magnasciutti Fabio, Malagoli Angela, Mangosi Roberto, Maramotti Danilo, Mazzoli Roberto, Mei Stella, Moretti Tommaso (Tommy Gun), Nardi Marilena, Paparelli Danilo, Perazzolli Pier Paolo, Petre Horacio Gustavo, Pollicelli Giuseppe (Flavio Gipo), Portinari Franco (Portos), Pota Mario, Puglia Paride, Redoglia Nadia, Riverso Tiziano, Roberti Matteo, Romaniello Umberto, Sajini Ugo, Salvetti Roberto, Sammartino Donato, Scalia Maro, Silvestri Antonio (Tauro), Spinazzi Raffaella, Squillante Carlo, Staino Sergio, Stivali Franco, Superbi Achille, Tauro Martina (La Poiana), Tomassini Lamberto (Tomas), Tosti Paolo, Trojano Lucio, Trucco Stefano (Kurt), Uber Gianfranco, Uva PierFrancesco, Valle Luana, Vanessi Pietro (PV), Zanchetta Rino (Riz)

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martedì 28 gennaio 2014

"Assoluzioni"

Tiziano Riverso

Scajola assolto

Roma, 27 gen. (TMNews) - L'ex ministro Claudio Scajola è stato assolto dal Tribunale di Roma con l'accusa di finanziamento illecito in relazione all'acquisto e alla ristrutturazione di un appartamento con vista sul Colosseo. L'assoluzione è stata dichiarata perché "il fatto non costituisce reato".
Nel medesimo processo era imputato anche l'imprenditore Diego Anemone, per lui le accuse sono cadute per intervenuta prescrizione.





Casa al Colosseo: assolto Scajola
FEI


A sua Insaputa, il Ritorno
Fran http://fanpa.ge/1gF13Aa


SERGIO STAINO



Riina assolto
AGI) - Palermo, 27 gen. - Il boss corleonese Toto' Riina e' stato assolto nel processo per l'omicidio del giornalista Mauro De Mauro, in cui era l'unico imputato. Il pg Luigi Patronaggio aveva chiesto l'ergastolo. La sentenza e' stata poco dopo le 15 dalla Corte di assise di appello di Palermo, presieduta da Biagio Insacco, che si era ritirata in camera di consiglio stamattina. Anche in primo grado Riina era stato assolto. De Mauro, cronista del giornale "L'Ora", fu sequestrato il 16 settembre 1970 e non e' mai piu' stato ritrovato.

 La storia siamo noi
Stato-mafia. E Di Matteo.
Mauro Biani

di Riccardo Mannelli

PS: le vigne di Mauro Biani e Mannelli  sono perfette come commento....





Ruby maggiorenne...

Karima El Mahroug, alias Ruby, era già maggiorenne quando, nel febbraio 2010, avrebbe avuto rapporti con l’allora premier Silvio Berlusconi, indagato nell’ambito dell’inchiesta «Rubyter» riguardante la corruzione di testimoni. Ad affermarlo è il ministro della Funzione Pubblica del Marocco, Mohamed Mobdii, che, in un’intervista al giornale Al Akhbar, ha dichiarato di essere stato lui a firmare l’atto di nascita della ragazza. Il ministro del governo di Rabat sostiene infatti che Ruby, all’epoca dei fatti per i quali il leader di Forza Italia è stato condannato in primo grado, la ragazza era maggiorenne. Mobdii, che è stato parlamentare nella zona di Al Fakih Bensalih, in cui è nata e in cui abitava la famiglia di Ruby, ha affermato al quotidiano di essere stato «molto attento a conservare il file della sua nascita. Avevo paura - ha aggiunto - che venisse rubato o falsificato».


tre anni dopo, questa mia vignetta torna a galla….
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/17/ruby-emissari-inviati-in-marocco-via-libera-a-indagini/111885/http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/17/ruby-emissari-inviati-in-marocco-via-libera-a-indagini/111885/
Franco Portinari


SERGIO STAINO


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Nota:


Il gerundio furioso
fabiomagnasciutti


ciao
fabiomagnasciutti


venerdì 24 maggio 2013

Stato - Mafia

una mia vigna per il Fatto di venerdì 24 maggio, a corredo di un testo di Spinelli.
Marilena Nardi

 Oggi sul Fatto il bel disegno di Marilena Nardi sui rapporti stato mafia  su cui si sta discutendo a Palermo, oggi il giorno dopo la commemorazione dei 21 anni della morte di Giovanni Falcone.
 Ieri l’Italia intera ha ricordato il sacrificio nella strage di Capaci del 23 maggio 1992 che, con lui e sua moglie, vide morire tre uomini di scorta.
Roberto Scarpinato, Procuratore Generale di Palermo tre giorni fa ha fatto un lucido ed importante discorso al riguardo, ne ho estrapolato una piccola parte per il mio blog :

Sono parole sofferte quelle che Paolo Borsellino, pronunciò il 23 giugno 1992 in un discorso tenuto alla Biblioteca comunale di Palermo, commemorando Giovanni Falcone a distanza di un mese dalla strage di Capaci.
Mi pare significativo che colui il quale fu il migliore amico di Giovanni e che ne condivise la sorte nella vita e nella morte, nel rievocare la strage di Capaci non focalizzi in quella occasione la sua attenzione, come sarebbe logico attendersi, sugli esecutori ed i mandanti della strage, ma piuttosto sui tanti che egli individua come responsabili dell’ostracismo che aveva condannato Falcone all’isolamento, indebolendolo progressivamente e costringendolo a lasciare il palazzo di Giustizia di Palermo.
Ecco un estratto delle parole di Paolo:
Ho letto giorni fa, o ho ascoltato alla televisione - in questo momento i miei ricordi non sono precisi - un'affermazione di Antonino Caponnetto secondo cui Giovanni Falcone cominciò a morire nel gennaio del 1988. Io condivido questa affermazione di Caponnetto [……]ripercorrendo queste vicende della sua vita professionale, ci accorgiamo come in effetti il paese, lo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di chiunque altro, cominciò a farlo morire il primo gennaio del 1988 […] 
Borsellino ricorda quindi le responsabilità di coloro che agli inizi del 1988 si erano attivamente impegnati per impedire che Giovanni Falcone venisse nominato capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, succedendo a Caponnetto, e come lui avesse rischiato di essere sottoposto a procedimento disciplinare solo per avere denunciato alla pubblica opinione che il pool antimafia di Palermo era stato smobilitato e Falcone ridotto all’impotenza.
.. per aver denunciato questa verità io rischiai conseguenze personali gravissime, ma quel che è peggio, il Csm immediatamente scoprì qual era il suo vero obiettivo: proprio approfittando del problema che io avevo sollevato, Falcone poteva essere eliminato al più presto. E forse questo io l'avevo pure messo nel conto, perché ero convinto che l'avrebbero eliminato comunque; almeno, dissi, se deve essere eliminato l'opinione pubblica lo deve sapere, il pool antimafia deve morire davanti a tutti, non deve morire in silenzio. "

 da Il testo della commemorazione di Roberto Scarpinato in memoria di Giovanni Falcone e i sepolcri imbiancati dietro la strage

Umberto Romaniello



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Note:

Autonomia
In occasione dell'anniversario della strage di Capaci il procuratore Grasso rivela che non solo la Mafia aveva interesse nel bloccare l'attività della Magistratura.
24 maggio 2010
 Gianfranco Uber

Le recenti affermazioni del procuratore antimafia Grasso sulle stragi mafiose del '93 fanno ricordare il famoso "io so..." di Pasolini sul Corriere del 1974.
Con i dovuti aggiornamenti.
30 maggio 2010
Gianfranco Uber



PS:
PALERMO - Il gip di Palermo, Riccardo Ricciardi, ha distrutto il 22 aprile 2013, le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l'ex ministro Nicola Mancino, registrate nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. (fonte)
ROMA - I pm di Palermo che indagano sulla trattativa Stato-mafia hanno citato come teste al processo, che si aprirà il 27 maggio in Corte d'assise, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I testi citati dai pm sono in tutto 180. Nella lista figurano anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, l'ex capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, e l'ex pg della Cassazione, Vitaliano Esposito. La citazione di Napolitano, peraltro preannunciata nei giorni scorsi, come quella degli altri testimoni indicati dalla Procura, deve essere valutata dalla corte d'assise che celebra il processo e che deciderà se ammettere le citazioni. Oggi sono state depositate anche le liste testi del legale degli ufficiali dell'Arma Mario Mori, Giuseppe Dedonno e Antonio Subranni e dell'ex ministro Nicola Mancino.(17 maggio 2013)


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